Martedì, 30 Aprile 2024

Giudiziaria

Il gip respinge l’archiviazione e dispone l’imputazione coatta del parlamentare

“Abuso d’ufficio e di funzione”, l’onorevole Maiorano rischia il processo

On Giovanni Maiorano On Giovanni Maiorano

L’onorevole maruggese, Giovanni Maiorano, rischia di andare a processo per rispondere di abuso d’ufficio. Reato che avrebbe commesso quando ricopriva funzione di assessore del comune di Maruggio. A chiedere un giudizio per il parlamentare di Fratelli d’Italia è stata la giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto, Fulvia Misserini che ha chiesto l’imputazione coatta respingendo la richiesta di archiviazione disposta dal pubblico ministero titolare di un fascicolo d’indagine avviato a seguito di un esposto presentato dal proprietario di un terreno confinante con quello di proprietà dell’onorevole e di sua moglie. La vicenda riguarda l’installazione sul suolo dei coniugi Maiorano di un impianto di telefonia, autorizzata dall’ufficio tecnico del comune, contro cui si era opposto il vicino presentando, oltre alla querela, regolare ricorso al Tar di Lecce. Oltre all’impugnazione del permesso comunale, il querelante segnalava un presunto guadagno del concedente che avrebbe beneficiato di un canone di locazione costituendo così, in quanto amministratore pubblico, un presunto abuso di posizione. I fatti si sono svolti nei primi otto mesi del 2023, quando l’indagato occupava già il seggio in Parlamento mantenendo le cariche di vicesindaco con delega di assessore ai Lavori pubblici al suo comune.
In quel periodo la giunta comunale decise di costituirsi parte civile nel procedimento amministrativo intentato dal cittadino, deliberando un atto al quale era presente lo stesso Maiorano, «evidentemente in conflitto di interesse», rileva la giudice nell’ordinanza.
La denuncia del cittadino era quindi passata nelle mani dei militari della Guardia di Finanza di Manduria che, scrive sempre al gip, la depositano in Procura senza svolgere indagini. La stessa cosa avrebbe fatto il pubblico ministero incaricato che, «senza condurre alcuna indagine», sottolinea la giudice nel suo atto, chiedeva l’archiviazione ritenendo assenti fatti penalmente rilevanti ma casomai di natura civile o amministrativa.
Convinto del contrario, il querelante ha deciso di opporsi alla richiesta di opposizione affidando incarico all’avvocato Franz Pesare che ha argomentato nei particolari i presunti abusi dell’onorevole evidenziando, oltre ai motivi dell’esposto, il possibile conflitto di interesse che, in quanto assessore, non si sarebbe astenuto in occasione della delibera della giunta con cui l’ente si costituiva nel giudizio promosso dal maruggese. Dello stesso avviso è stata la giudice che scrive: «L’osservazione è corretta anche alla luce dell’attuale formulazione dell’articolo 323 del codice penale che comunque prevede quale condotta a omissione di astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto».   
Alla luce dell’imputazione forzata, il parlamentare che è componente della commissione Difesa e della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, rischia il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio. Ora l’ufficio del gip nominerà un nuovo giudice delle udienze preliminari che fisserà una udienza dove l'accusa sosterrà le ragioni del rinvio a giudizio come chiesto dal giudice Misserini e le difese potranno chiedere patteggiamenti o il rito abbreviato, oppure l'assoluzione. Per il rato in questione non è prevista l’immunità parlamentare.

Nazareno Dinoi su Quotidiano di Puglia
 

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