Si chiude con il patteggiamento di pena il processo con il rito abbreviato nei confronti dei tre presunti fornitori di droga della movida manduriana. Uno di loro, l’unico che era incensurato prima di finire nella rete dei carabinieri, ha concordato la pena a sedici mesi di reclusione pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziale.
L’uomo che si è fatto assistere dall’avvocato Cosimo Parco del foro di Taranto, era finito sotto processo dovendo rispondere del reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso con altri due manduriani di 28 e 30 anni ad uno dei quali viene contestata anche la rapina e l’estorsione. Difesi rispettivamente dagli avvocati Parco e Antonio Liagi, i due hanno preferito attendere il giudizio finale. Il processo si svolge con la formula del rito abbreviato.
L’attività di spaccio del patteggiante era stata immortalata dalle microcamere dei carabinieri di Manduria piazzate nel centro storico. In diciotto casi accertati l'imputato aveva consegnato la sostanza a giovani e giovanissimi, anche ragazze, che frequentavano i locali della movida. Nonostante la documentazione foto e videografica che dimostrava i rapporti tra pusher e clienti, la difesa dell’imputato al fine di ottenere per il suo assistito un vantaggioso accordo, ha fatto leva sul fatto che in tutti gli episodi filmati gli acquirenti del pusher erano sfuggiti ai tentativi di fermo da parte dei militari e pertanto non si era riusciti a sequestrare nemmeno una volta la sostanza ceduta. Tale assenza di prove non ha potuto dare certezza sulla tipologia di droga ceduta facendo riqualificare il reato nella forma attenuata che ha così portato il giudice delle udienze preliminari, Francesco Maccagnano a ritenere congrua la proposta di un anno e quattro mesi con la pena sospesa.
Ai tre imputati non è stata contestata l'associazione perchè avrebbero agito separatamente pur smerciando sulla stessa piazza, quella della parte più antica e nascosta della città Messapica, luogo di ritrovo della gioventù manduriana e dei comuni del circondario. I tre «market» dello spaccio scoperti dagli investigatori dell'Arma, erano forniti di ogni tipologia di sostanze, dalla più leggera come la marijuana e l’hashish sino alla cocaina. Tra i numerosi clienti figuravano anche minorenni.
Nazareno Dinoi
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5 commenti
stuetuku
mar 9 novembre 2021 11:02 rispondi a stuetukuuna condanna inflitta per aver commesso un reato penale non viene menzionata nel casellario giudizia''rio''??? qualcosa non torna. forse sara' nell'albo degli spacciatori?
Marco
mar 9 novembre 2021 10:32 rispondi a MarcoAllora si può parlare di "truffa" visto che era zucchero a velo quello ripreso dalle microspie ???? skerzo...
Domenico
mar 9 novembre 2021 07:58 rispondi a DomenicoCome mai le microcamere hanno permesso di identificare lo spacciatore incensurato e non i suoi clienti? Perché può vantarsi del suo lavoro l'avvocato difensore e non il dirigente delle indagini? Forse queste ultime erano in smart woking? L'articolo non delucida su questo d"dettaglio".
Realtà
mar 9 novembre 2021 12:33 rispondi a RealtàSi nota pubblicità di avvocati molto spesso
francesco pisano
mar 9 novembre 2021 09:16 rispondi a francesco pisanoha permesso sicuramente di identificare anche i clienti, qualora siano visibili dalla microcamera. l'acquisto non determina reato ma illecito amministrativo quindi se ne fa poco...