
Il Tribunale di Trani ha trattato un clamoroso caso di scambio di neonati in culla avvenuto nel 1989 nell’ospedale di Canosa di Puglia. I giudici hanno condannato la Regione Puglia a pagare circa un milione di euro che andranno all’ex neonata, ora 33enne e ai suoi genitori biologici.
Dieci anni fa, guardando delle foto su Facebook, la donna aveva notato la straordinaria somiglianza con una signora del suo stesso paese. Da lì iniziarono le ricerche culminate con l’esame del Dna che aveva confermato i sospetti.
La storia. Il 22 giugno 1989 Caterina, madre di Antonella (questo il nome delle protagoniste dell’incredibile vicenda), tornò a casa dall'ospedale di Canosa con la piccola Lorena non sapendo che la sua vera figlia era finita in un'altra famiglia che l’aveva chiamata Antonella.
Nel 2012, guardando alcune foto su Facebook, Caterina e Antonella notano la loro somiglianza, l'anno successivo il test del Dna conferma: sono madre e figlia.
All'epoca dei fatti, l'ospedale di Canosa dipendeva dall'amministrazione regionale. Nel procedimento è stato accertato che alle due bambine non furono applicati i braccialettini di riconoscimento.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
1 commento
Marco
ven 23 settembre 2022 12:46 rispondi a MarcoChe vergogna, ma per questi infermieri e dottori negligenti cambiare mestiere mai??