
L'onda d'urto di questa terza fase della pandemia travolge i pronto soccorso degli ospedali Covid della provincia ionica. Tutti, anche quello del Santissima Annunziata di Taranto classificato come «Covid-free», il cui peso nella rete ospedaliera dedicata agli effetti dell'infezione virale, era rimasto sinora in ombra.
Ieri erano diciotto i malati positivi al tampone assistiti nel reparto di osservazione breve del presidio ospedaliero centrale in attesa di trovare una sistemazione nei reparti. Il bollettino di ieri, con cui la Asl monitora quotidianamente la situazione dei posti letto riservati all'emergenza coronavirus, ha dato finalmente luce a questo straordinario lavoro dei servizi di primo accesso ospedaliero.
Quindi, alle ore 16, il pronto soccorso de Santissima ospitava 18 malati test positivi, altri 11 erano «parcheggiati» in quello del Marianna Giannuzzi di Manduria, 8 nel presidio della Valle d'Itria a Martina Franca e uno in quello del San Pio di Castellaneta.
In tutto 38 posti occupati che si sommano ai 381 dei reparti dedicati, per un totale di 413 posti letto.
Numeri mai raggiunti nel tarantino dall'inizio della crisi virale. Trovare posti disponibili, ormai da giorni è diventata una vera impresa. Tutti i reparti stanno utilizzato i cosiddetti «posti aggiuntivi» per far fronte alla richiesta. La rianimazione del Giannuzzi di Manduria, progettata per cinque posti, ha già occupato il sesto. Così il pronto soccorso dello stesso presidio ha quasi raddoppiato i letti previsti sulla carta.
La direzione sanitaria generale della Asl sta correndo ai ripari e da ieri, all'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto, ha allestito un reparto di terapia intensiva e sub intensiva dove sono stati trasferiti i sei pazienti in condizioni critiche che erano collocati al pronto soccorso del Santissima Annunziata. La scelta è caduta su quelli in trattamento con ossigenoterapia intensiva non invasiva (maschere e casco).
A farne le spese sono i malati con sintomi respiratori da sospetta infezione da Sars-Cov2 quindi ancora senza diagnosi di contagio. Per loro, non ancora classificati come positivi, non è possibile attivare le guardie Usca, per cui l'unica alternativa rimane il 118 le cui ambulanze fanno soste negli ospedali con paziente a bordo in attesa che il pronto soccorso dia il via libera per sbarellare il malato e ricominciare una nuova corsa.
A volte le attese durano intere giornate o nottate e non sono infrequenti i casi in cui l'autoambulanza è costretta a chiedere il supporto di ossigeno perché quello di bordo si esaurisce.
Ieri si presentava così il quadro dei posti letto Covid occupati nei sette presidi ospedalieri pubblici, nell'ospedale militare e nella clinica privata di Taranto. Al Moscati c'erano 78 ricoverati tra i 28 delle malattie infettivi, 26 della pneumologia, 18 della rianimazione e 6 della sub intensiva. Erano 78 anche i malati in cura al Giannuzzi di Manduria suddivisi tra 61 della medicina-chirurgia, 6 della rianimazione e gli 11 del pronto soccorso; l'ospedale San Pio di Castellaneta assisteva 65 persone con sintomi virali, 55 in medicina e 10 in osservazione breve; al San Marco di Grottaglie altri 59 ed ulteriori 37 al Valle d'Itria di Marina Franca. A Taranto, l'ospedale militare e la clinica privata convenzionata, Santa Rita, assistevano ieri 45 persone in tutto. Infine il presidio post Covid di Mottola riabilita 30 pazienti che hanno superato la fase acuta della malattia e necessitano di riabilitazione respiratoria e motoria.
Nazareno Dinoi su Quotidiano
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