
Potrebbe non essere stato un cortocircuito a provocare l’incendio che domenica scorsa ha distrutto il confessionale della cappella interna all’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria. I vigili de fuoco che si sono occupati dello spegnimento dopo un primo intervento con l’estintore dei vigilanti della Vis che hanno dato l’allarme, non hanno escluso il dolo. CI sarebbero sospetti non chiariti neanche dopo aver ascoltato il racconto del parroco della cappella, don Domenico Palma la cui deposizione si trova agli atti. Ad indagare sull’oscura vicenda sono ora i carabinieri della stazione di Manduria.
I militari al comando del maresciallo superiore Elio Errico, ascolteranno, se non lo hanno già fatto, il sacerdote, nella speranza di apprendere particolari utili a dare una spiegazione a quanto accaduto.
In un primo momento i vigili del fuoco avevano ipotizzato un corto circuito dell’impianto elettrico situato a ridosso del confessionale. A far pensare diversamente è stata poi la presenza di un grosso cero che si trovava proprio vicino alla struttura di legno completamente carbonizzata. Qualcuno insomma potrebbe aver dato fuoco alla pesante tenda che copriva il confessionale prima di allontanarsi dalla porta d’ingresso che è sempre aperte tranne di notte.
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