Giovedì, 2 Maggio 2024

Giudiziaria

Era stato accusato di aver minacciato con una pistola la moglie e di averla più volte picchiata anche davanti ai figli

Marito violento, cadono le accuse: solo 4 mesi al bodyguard

Gli avvocati difensori durante il processo Gli avvocati difensori durante il processo | © La Voce di Manduria

Era stato accusato di aver minacciato con una pistola la moglie e di averla più volte picchiata anche davanti ai figli. Per questo ad aprile dello scorso anno, il 36enne manduriano A. S. era finito in carcere a Taranto e poi ai domiciliari scontando sei mesi di detenzione cautelativa. Ieri il Tribunale di Taranto lo ha assolto dai reati più pesanti contestandogli solo quello delle minacce con una pena di quattro mesi. Il giudice Giovanni Caroli ha accolto la tesi dei difensori, avvocato Giuseppe Brunetti e Franz Pesare, che hanno fatto cadere tutte le accuse per le quali l’imputato era stato arrestato.

Lo scorso 10 aprile gli agenti di polizia del commissariato di Manduria erano intervenuti in un abitazione dove era stata denunciata un’aggressione a mano armata nei confronti di una donna. I poliziotti, giunti immediatamente sul posto, avevano trovato soltanto l’uomo in casa perché la moglie si era rifugiata dalla suocera che abitava nelle vicinanze. Rassicurata dalla presenza delle forze dell’ordine, la donna era tornata sul luogo del litigio accusando il marito di averla minacciata con una pistola a seguito di un violento litigio.

Da un controllo all’interno dell’abitazione gli agenti trovarono una pistola, un revolver, un fucile a pompa e un fucile calibro 20 con relativo munizionamento, nonché tre katane con lame di varia lunghezza e varie armi giocattolo. Inoltre furono sequestrate dei medicinali di cui non si conosceva la natura e delle compresse di Proviron celate vicino alla rastrelliera dei fucili.

Tutte le armi, è stato accertato durante il processo, erano legalmente detenute mentre i farmaci e le compresse erano degli integratori di quelli usati da chi pratica sport agonistico. Secondo il giudice, dunque, si è trattato di una delle solite discussioni di una coppia già in crisi da tempo. La donna avrebbe esagerato con le accuse mossa da sentimenti di gelosia dovuta al lavoro di bodyguard che il marito svolgeva nelle discoteche della zona.

L’esito del processo è stato commentato con soddisfazione dal giovane manduriano che in un post lasciato respinge ancora una volta le accuse «infondate sin dall’inizio – scrive - che avevano dell’inverosimile; ora – prosegue il suo sfogo – continuerò la mia battaglia perché quei maledetti sei mesi tolti alla mia vita mi vengano restituiti».

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