
Dopo il disciplinare del Primitivo di Manduria, l’agricoltura della città Messapica può ora contare su un altro prodotto della propria terra regolato e tutelato dalle “buone regole” colturali: il pomodorino di Manduria. Dopo due anni di sperimentazione e di studi “sul campo” e grazie alla determinazione degli attivisti del Presidio Slow Food e soprattutto per merito di un contadino che aveva conservato i semi di una varietà quasi estinta, quella del pomodorino manduriano appunto, ha avuto i natali l’altro ieri il primo disciplinare dell’oro rosso di origine Messapica. A siglare l’atto di nascita sono stati i rappresentanti dell’Associazione produttori di Pomodorino di Manduria con i titolari delle cooperative agricole, “Natura Salento” e “La Pigna”, entrambe in agro di Manduria e la supervisione degli esperti Slow Food che per l’occasione hanno battezzato anche la loro prima condotta intitolata al neonato pomodorino.
Partito nel 2016, il progetto di rinascita colturale di un prodotto che era quasi scomparso dai campi di Manduria, ha avuto il via a marzo di quest’anno quando in due terreni di proprietà di aziende associate, rispettivamente nelle contrade “La Pigna” e “Demani”, sono stati piantati i semi di Pomodorino di Manduria che la famiglia Libardi aveva gelosamente mantenuto e conservato. Come un feto prima nella pancia della terra e un bimbo nell’incubatrice poi, il pomo rosso dalla caratteristica forma ovoidale con leggera punta sporgente nella parte inferiore è stato accudito e guardato quasi a vista dagli autori del programma di rinascita. In questi giorni il colore rosso intenso quasi porpora e il sapore inconfondibile dell’ecotipo di pomodoro che era scomparso ha confermato il successo della sperimentazione. «Dopo circa due anni di duro lavoro – scrivono sui social gli autori - finalmente è nato il Presidio Slow Food del Pomodorino di Manduria. La biodiversità ha vinto anche in questo caso. Il 9 luglio 2018 – concludono - rimarrà nella storia della nostra terra».
Nell’attesa di conoscere i particolari delle tecniche colturali previste nel disciplinare di “nuova nomina” del Pomodorino di Manduria, ecco come le descrive l’enciclopedia on line, Wikipedia. “Viene normalmente coltivato in piccoli appezzamenti con una superficie variabile da mezzo ettaro a, molto più comunemente, 1000–2000 m2. Alcune operazioni colturali quali sfrondatura e cimatura (asportazione del germoglio apicale), solitamente effettuate sui pomodori da mensa, non sono necessarie. Le produzioni sono piuttosto basse, circa 10 t/ha”.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
1 commento
Mauro busso
gio 19 gennaio 2023 06:26 rispondi a Mauro bussoCortesemente è possibile acquistare semi drl pomodoro di manduria , vivo nel roero piemonte , su una collina estremamente soleggiata . Grazie Mauro busso [email protected]