Lunedì, 5 Giugno 2023

Cultura

L'amaro commento dell'imprenditore che curò gli scavi

La cripta scomparsa sotto quattro metri di terra nell'indifferenza di tutti

La cripta prima della copertura La cripta prima della copertura

Il 25 luglio del 2012 a Manduria, i lavori di scavo per la condotta del metano portarono alla luce una delle più importanti scoperte archeologiche della città Messapica: un ampio ipogeo risalente al terzo secolo avanti Cristo profondo circa quattro metri a cui si accedeva attraverso una scalinata scavata nella roccia. Quasi sicuramente una cripta dedicata a qualche antica divinità, sostennero all’epoca i ricercatori che non si espressero sull’esatta natura del reperto. Un luogo di culto, si ipotizzava, oppure l’anticamera di un sepolcro a corredo di una sepoltura importante ancora non riaffiorata del tutto.

Dalla foto che il nostro giornale pubblicò all’epoca, è possibile comprendere l’imponenza del ritrovamento, niente a che vedere con le tombe o pezzi di mura antichi che affiorano di tanto in tanta dal terreno a Manduria.

Cose ne è stato di quel tesoro che avrebbe fatto felici turisti e cultori della storia messapica? È stato ricoperto con lo stesso terriccio che con tanta fatica e cura era stato tirato via secchio dopo secchio dagli operai della ditta manduriana Gregorio Tarentini accreditata presso la soprintendenza. L’incredibile sorte del probabile luogo di culto che meritava approfondimenti e studi e ulteriori lavori di scavo, la rende nota oggi il responsabile di quegli scavi di 15 anni fa commentando la foto da noi ripubblicata qualche giorno fa a corredo di un'altra notizia riguardante i tesori messapici di Manduria.  

«Lo scavo in Via Chioccia d'Oro una bellissima realtà, quello scavo non si doveva coprire», scrive l’imprenditore che rivela altre eccezionali scoperte fatte in quello stesso scavo. «A pochi metri – ricorda Tarentini -, trovammo la sepoltura del bambino fossilizzato che tutt'ora non mi sembra sia esposta nel museo, trovammo anche una bellissima tomba con un ricchissimo corredo funerario tra cui un oggetto che fece parlare l'Europa intera: il guttus tintinnabulum; e ancora a pochi metri – prosegue Tarantini con il suo ricordo - fu trovata una bellissima fornace. Potrei continuare ma non voglio dare dispiaceri a qualcuno, quella zona andava protetta non coperta», conclude l’esperto che mette in luce uno dei tanti misteri di questa terra ricca di storia che non viene esaltata per qurllo che merita.   

Tornando all’antica cripta sacrificata sotto l’asfalto, ecco cosa scrivevamo nell’articolo pubblicato il 27 luglio del 2012.

«A dimostrazione che il ritrovamento di via Chioccia d’Oro non è di quelli più comuni, la presenza a pochi metri di distanza dalla cripta di numerose cisterne-granai, di depositi d’acqua e le fondamenta di un’imponente costruzione. I resti sinora affiorati e le dimensioni dei pezzi di tufo alla base del muro, fanno pensare ad un’antica villa o comunque ad un fabbricato di grandi dimensioni magari adibito ad attività pubbliche. Di scarso valore, invece, i reperti trovati sinora: frammenti di utensili e un peso di terracotta, ciò che resta, insomma, del passaggio dei trafugatori che negli anni passati hanno alimentato il florido mercato dei reperti tuttora in bella mostra nelle collezioni private e nei musei di tutto il mondo. Oltre alle vasche di raccolta e deposito dell’acqua e ai granai, il nuovo sito archeologico contiene delle tombe scavate nella pietra senza lastra di copertura e quindi già profanati e ricoperti di terra. I lavori di scavo che sono finanziati dal Ministero dei beni culturali, sono eseguiti dall’impresa manduriana di Gregorio Tarentini con il coordinamento scientifico dell’archeologo Arcangelo Alessio della Soprintendenza archeologica di Taranto».


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COMMENTA

5 commenti

  • Tiziana Brunetti
    sab 25 marzo 17:27 rispondi a Tiziana Brunetti

    Chi sa se da quelle parti ci abita o ha proprietà qualcuno che magari sarebbe infastidito dal via vai dei turisti o non gradisce che ulteriori scavi portino alla luce altro...chi sa! Chi sa? Qualcuno saprà? Chi sa quanti tesori sotto i nostri piedi... E chi sa per fare piacere a chi preferiamo seppellirli. Ma ci sono ancora vero? Si sarà mica PERSO qualcosa, no?

  • Egidio Pertoso
    ven 24 marzo 18:10 rispondi a Egidio Pertoso

    Dai rinvenimenti si puo' dedurre che la città era la più importante delle messapiche. Diversamente non poteva essere, avendo combattuto con i magnogreci, ci confinava, e con i romani imperialisti ai quali diede filo da torcere che, con stizza vendicativa, la distrussero come fecero di Cartagine. Una domanda: i rinvenimenti o reperti dove sono collocati, ammesso che una " manina" non li abbia portati lontano. Ed ora col PNRR perché non profittare a dislocare una cattedra di beni archeologici, artistici e culturali, supportato da un assessorato ad hoc. Molti nostri ragazzi potrebbero averne beneficio, così come il turismo sano, toccando con mano la bellezza del nostro territorio: molto da scoprire, conservare ed amare. Altro che mare! E solo dopo parlare, in maniera decente e competente, di depuratori e discariche.E' un discorso da farsi.

  • Lorenzo
    ven 24 marzo 07:55 rispondi a Lorenzo

    Ma se in questo paese non riusciamo a tutelare il mare con le riserve Marine che ci sono, le 3 torri (Burraco, San Pietro e Colimena), il fiume Chidro e le dune, possiamo immaginare di tutelare i reperti archeologici? Dai su cerchiamo di essere coerenti. Il primo a non credere a tutto questo è sempre stato il centro del potere e della politica locale. Anche se alcuni laureati, molto molto ignoranti sulla tutela del bene comune e di ciò che questo rappresenta in termini economici come ritorno se tutelato e valorizzato. Opinioni

    • FRANCESCO DI LAURO
      ven 24 marzo 18:04 rispondi a FRANCESCO DI LAURO

      CHE VERGOGNA......GLI AMICI DI ARCHEOCLUB CHE PENSANO? I LACCHE' DI PECORARO IN COMUNE CHE DICONO ? L'ASSESSORE ALLA CULTURA CHE DICE? LA SCUSA DEI FONDI CHE MANCANO E' VECCHIA COME IL CUCCO E NON INCANTA PIU' , LA SOVRINTENDENZA HA DA TEMPO PERSO OGNI CREDIBILITA' ED AUTOREVOLEZZA, UN POLTROCARRIERIFICIO COME TANTI NOI POVERI CITTADINI RACCOGLIAMO SUDATI EURO PER EVITARE LA MERDA ( IN TUTTI I SENSI), SE SERVIVANO SOLDI PER UN RECINTO VE LI AVREMMO DATI NOI ... VERGOGNA!

      • Lorenzo
        sab 25 marzo 09:33 rispondi a Lorenzo

        Non bisogna mai mollare perché contro l' ignoranza, la sete di potere e la ricerca del benessere senza fatica, gli amanti del bello hanno un solo sistema per combatterli: non mollare mai. Mai. 👍Opinioni

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