
Lei 50 anni, senza impegni di coppia, bella presenza. Lui 33, senza impegni di coppia, ossessionato da quella donna che gli faceva ribollire il sangue. Sino a quando, secondo chi lo accusa, non s’è lasciato prendere la mano andando molto al di là del lecito. L’altro ieri l’epilogo infelice per lui: il professionista, incensurato e di buona famiglia, è finito in carcere dopo l’ennesima denuncia della donna che non sopportava più quelle attenzioni morbose, le esibizioni oscene e nemmeno quei palpeggiamenti di certo non richiesti.
L’arresto dell’uomo è avvenuto in flagranza di reato da parte dei carabinieri, proprio a due passi dalla caserma della stazione di Lizzano dove la cinquantenne, in lacrime, inseguita dall’uomo, si era recata per denunciare la violenza appena subita. Ai militari ha raccontato l’ultimo dei tanti episodi di cui sarebbe stata vittima da almeno un anno. Secondo la lizzanese che vive da sola in casa avendo perso entrambi i genitori, l’uomo, in più occasioni, mentre era a bordo della sua auto, si sarebbe affiancato a lei pronunciando frasi sconce invitandola a toccarlo mentre si masturbava. Venerdì pomeriggio, per procurarsi delle prove, la donna si sarebbe avvicinata alla macchina filmando con il telefonino le solite oscenità. Questo avrebbe provocato la reazione dell’uomo che sarebbe sceso dall’auto strappandole il telefono per cancellare il video compromettente mentre la palpeggiava nelle parti intime scoprendole anche il seno attraverso la scollatura. Riuscita a divincolarsi, la cinquantenne è poi corsa in caserma raccontando tutto ai carabinieri che si sono messi immediatamente alla ricerca del presunto violentatore trovandolo poco dopo a bordo della sua macchina.
È stato così portato in ufficio e dopo le formalità di rito, su disposizione del magistrato di turno, il pubblico ministero Francesco Ciardo, accompagnato nel carcere di Taranto. Si è poi appreso che la cinquantenne aveva precedentemente presentato un’altra denuncia ai carabinieri raccontando sempre gli stessi episodi da parte dell’indagato.
Ieri mattina, in video conferenza, il trentenne che ha nominato come suoi difensori gli avvocati Angelo e Giuseppe Masini del foro di Taranto, è stato sottoposto ad interrogatorio per la convalida dell’arresto dal gip del Tribunale ionico, Francesco Maccagnano.
Assistito dai due avvocati, l’indagato ha risposto a tutte le domande ammettendo di essere attratto dalla donna per le sue movenze e per il modo di vestire che ha definito «provocatorio», negando però di averle mai usato violenza o mancato di rispetto tantomeno di averla mai toccata. Su questa circostanza il trentenne ha detto che probabilmente sarà capitato di averle toccato involontariamente il seno mentre le strappava il telefono di mano. Ha negato, inoltre, di averle mai arrecato fastidi da un anno, così come dichiarato dalla donna. Il giudice Maccagnano al termine dell’udienza ha convalidato l’arresto confermando la detenzione in carcere. Deve rispondere di violenza sessuale, stalker e rapina del telefonico. I suoi avvocati che avevano chiesto la scarcerazione hanno annunciato un ricorso al Tribunale della libertà.
Nazareno Dinoi
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