
Dietro il devastante incendio che mercoledì scorso ha colpito la Riserva naturale del fiume Chidro, nelle marine di Manduria, potrebbe esserci un volto insospettabile: quello di un ragazzino di età inferiore ai quattordici anni. È quanto emerge dalle indagini condotte dalla polizia locale, che avrebbe individuato il presunto responsabile grazie a una serie di testimonianze decisive e a un’attenta attività investigativa coordinata dal comandante Umberto Manelli.
Il rogo, l’ennesimo in pochi giorni, ha divorato ettari di canneto e provocato momenti di terrore tra i presenti, con colonne di fumo visibili a chilometri di distanza. Le prime fasi dell'inchiesta si sono concentrate sull’area da cui si sarebbe originato l’incendio, permettendo agli agenti di restringere il campo fino a risalire al minore, poi ascoltato in presenza dei genitori. Questi ultimi, increduli, si sono detti profondamente rammaricati e completamente all’oscuro del gesto attribuito al figlio. L’intera documentazione è ora nelle mani della Procura per i minorenni di Taranto.
Le fiamme sono divampate nel tardo pomeriggio del 30 luglio, in una zona già duramente colpita meno di due settimane prima da un altro incendio, seppur di minore entità. Complice il caldo estremo, la vegetazione secca e il vento sostenuto, il fuoco si è propagato con estrema rapidità, minacciando spiagge affollate e abitazioni vicine. I bagnanti sono stati costretti ad abbandonare la zona in fretta, tra scene di panico generale.
L’episodio ha riportato l’attenzione sulla fragilità dell’ecosistema della riserva e sulla cronica mancanza di controlli, prevenzione e mezzi adeguati. Le aree più interne, più ricche di biodiversità ma anche meno sorvegliate, risultano essere le più esposte a episodi del genere. Sebbene l’identificazione del presunto autore rappresenti un importante passo avanti, l’inchiesta è tutt’altro che chiusa: le responsabilità, in questa vicenda, vanno ben oltre il singolo gesto e chiamano in causa un intero sistema di gestione e tutela del territorio.
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4 commenti
Gregorio
oggi, dom 3 agosto 12:24 rispondi a GregorioMettere al fresco prima i genitori con il risarcimento al pagamento dell intervento
Lorenzo Libertà per la Marina
oggi, dom 3 agosto 10:25 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaDa licenziare in tronco il Direttore delle Aree Protette che nulla ha sviluppato in questi decenni di stipendio. Poi che il ragazzino se è lui il colpevole, dica chi lo ha pagato per compiere il danno. Da non sottovalutare di poter utilizzare qualche telecamera magari non autorizzata che potrebbe essere presente nella zona parcheggi /bar 😜 Ovviamente le mie sono supposizioni 🤔 Forse.
Giova
oggi, dom 3 agosto 09:07 rispondi a GiovaPurtroppo i ragazzi oggi vivono nel mondo digitale perennemente e il dialogo con i genitori viene a mancare ed e' difficile dialogare di piu' con loro per poterli sin da piccoli educare verso il rispetto di quello che li circonda
Dino Conta
oggi, dom 3 agosto 08:22 rispondi a Dino ContaAvevo detto io che si trattava di qualche ragazzino di m.... Ora prendetelo e sbattetelo dentro per un paio d'anni