Martedì, 27 Maggio 2025

Giudiziaria

I vicini non possono provare niente

Impresa rumorosa, processo da rifare

Camion
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Per ora ha avuto ragione in Cassazione un imprenditore manduriano, A.B. di 56 anni che ne primo e secondo grado di giudizio era stato condannato per disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone. In sostanza l’imputato, titolare di un impresa edile e movimento terra, avrebbe disturbato la quiete dei vicini infastiditi dai rumori, di prima mattina, del motore dei camion ed altri mezzi da lavoro.

Il primo a non essere d’accordo con i giudici del tribunale e dell’appello di Taranto, è stato il procuratore generale della Cassazione che in apertura del processo aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di condanna. Dello stesso parere è stata poi la Corte suprema che ha derubricato il misfatto in una violazione amministrativa e non a reato penale.

La pubblica accusa ha condiviso la tesi della difesa rappresentata dall’avvocato Giuseppe Piccione. «Appare condivisibile il rilievo del Procuratore Generale – scrivono i giudici di Cassazione - secondo cui "sarebbe stato necessario verificare che l'esercizio del mestiere rumoroso eccedesse le normali modalità, o che, oltre al superamento dei valori limite di emissioni sonore, fossero state violate specifiche disposizioni di legge o prescrizioni dell'autorità": operazione che avrebbe reso necessaria, anzitutto, una compiuta ricostruzione dell'effettiva consistenza dei rumori riconducibili all'impresa». Per questo gli ermellini hanno annullato la sentenza rinviandola per una nuova trattazione da altro giudice. L’impresa edile, insomma, avrebbe operato entro i limiti di legge consentiti per quel genere di attività. Sarebbero stati i suoi vicini, insomma, a lamentarsi arbitrariamente e ad esagerare nei disturbi denunciati.

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2 commenti

  • Antonio
    mer 4 gennaio 2023 09:05 rispondi a Antonio

    Niente di più falso... Come al solito... Notizie leggiadre senza conoscere la versione dell'accusa... Il titolare della ditta è ancora nella m...a Se tutto ciò è potuto accadere è semplicemente perché sia la procura che la cassazione non hanno letto bene gli atti... Comunque per adesso non c'è stato nessun proscioglimento, il signore resta ancora un'imputato...

  • Vincenzo
    dom 1 gennaio 2023 03:07 rispondi a Vincenzo

    A volte pare che certi fatti accadano su altri pianeti. Invece basta socchiudere l'uscio di casa, mettere il naso fuori, volgere lo sguardo attorno, tendere l'orecchio, che comprendiamo quanto l'aria sia divenuta irrespirabile. Poi, quando abbiamo conferma che i rumori avvertiti, sino dall’interno delle mura domestiche, altro non erano che l’allegro funzionamento dei cuori pulsanti di motori diesel e procurati dal loro frastornante utilizzo, ci rendiamo conto di essere nel bel mezzo di un mix infernale, poco congeniale per chi vorrebbe vivere in un ambiente sereno ed eco-compatibile. Ma, il disagio aumenta, quando abbiamo la sensazione che ciò che noi avvertiamo, altri non vogliono vedere, sentire, ecc. Sollevando il polverone (anche questo?), si potrebbe mettere a repentaglio lo status quo che, utile ad alcuni, va invece a scapito di chi, obtorto collo, deve soccombere.

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