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Il killer dell’ulivo alle porte di Manduria

Il killer dell’ulivo alle porte di Manduria Il killer dell’ulivo alle porte di Manduria | © n.c.

MANDURIA - Il temibile batterio killer della Xylella che distrugge gli ulivi ha raggiunto i confini manduriani con un focolaio di alberi già infettati nelle campagne di Oria. Pertanto l’intero territorio manduriano con quelli confinanti dei comuni di Sava, Maruggio, Avetrana, Torricella ed Erchie sono stati inseriti nella cosiddetta «zona di profilassi». La nuova classificazione contenuta in un atto dirigenziale dell’Ufficio dell’Area politiche per lo sviluppo rurale, servizio agricoltura della Regione Puglia trasmesso ieri ai comuni interessati e pubblicato sul sito istituzionale della Città di Manduria. Questo obbliga i proprietari di uliveti situati nella zona di profilassi, a praticare gli interventi previsti nel decreto ministeriale 2777/2014 emanato inizialmente per i soli territori colpiti della provincia di Lecce. Le misure previste nel decreto in questione, relativamente alle aree classificate come «zona di profilassi» (Manduria e circondario), riguardano il «trattamento con insetticidi per il controllo delle popolazioni di insetti vettori accertati o potenziali; interventi agronomici contro gli stadi giovanili dei vettori e il controllo delle piante spontanee erbacee». I massicci trattamenti fitosanitari sono obbligatori. Più severe le misure per le zone già sicuramente colpite dal batterio killer. L’eradicazione degli alberi già approvata dal governo partirà proprio da Oria in una fascia di due chilometri intorno al focolaio individuato. Poi si passerà nella fascia larga 15 chilometri che si estende dallo Jonio all’Adriatico toccando i confini manduriani della costa. I proprietari dei fondi dovranno inoltre curare la pulizia e l’aratura dei terreni, per bloccare le larve degli insetti vettore e irrorare le piante con i pesticidi per sterminare gli insetti adulti. Il tutto entro il mese di maggio.

Nazareno Dinoi

Vero allarme o business? Cosa c'è dietro (Di Sabrina Guzzanti)

Ero in SALENTO per LaTrattatvivaContinua e sentite cosa ho scoperto: C’è un batterio che si chiama Xylella che è apparso da una decina d’anni. Qualcuno sospetta che sia costruito in laboratorio da una multinazionale brasiliana che ha un nome che è l’anagramma di questo batterio. Chi mi ha raccontato queste cose è Cristian Casili agronomo che studia il fenomeno da molto tempo. Alcuni ulivi salentini sono stati attaccati. Con uno studio molto approssimativo fatto su 20mila ulivi (20mila su 11 milioni) ne sono stati trovati 500 malati. Malati non si sa nemmeno se tutti attaccati dalla xilella perché potrebbe essere anche un fungo. Morale hanno deciso di spargere un insetticida velenosissimo prodotto dalla famigerata Monsanto e di sradicare un milione di ulivi da sostituire con ulivi OGM immuni al batterio prodotti sempre dalla Monsanto, batterio forse inventato dalle stesse multinazionali che offrono il rimedio. Molti artisti e cittadini si sono mobilitati e quindi il batterio finto ha prodotto per fortuna una reazione vera. Questo è l’appello di Nando dei Sud Sound System.

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4 commenti

  • antonio...
    sab 21 marzo 2015 08:40 rispondi a antonio...

    Spero almeno in questo, tutte le forze in campo, dalla politica alle universit e centri di ricerca, uniti per una battaglia importantissima, facciano un grosso sforzo per salvare non solo l'ulivo ma ci che esso rappresenta. Immaginate tra pochissimi anni, se tutti gli ulivi del Salento, e non solo, fossero estirpati perch contagiati dal terribile batterio, cosa succederebbe? Il Salento e la sua storia non sarebbero pi gli stessi. Immaginate il nostro paesaggio e le nostre campagne senza pi un ulivo? Non sarebbe pi il bel Salento e si perderebbero addirittura dei monumenti millenari. Dovete infatti sapere, per chi non lo sa, che da recenti ricerche universitarie stato accertato che molti dei nostri alberi d'ulivo hanno anche mille, mille e cinquecento e persino oltre duemila anni. Finora non si poteva conoscere l'et di un albero d'ulivo anche perch una delle poche piante a non avere i cerchi annuali nel tronco, ma oggi che sappiamo q

  • antonio...
    sab 21 marzo 2015 08:40 rispondi a antonio...

    uanto sono antichi piange il cuore a pensare un futuro senza gli ulivi. Spero davvero che si prenda molto sul serio questa "guerra" contro il batterio importato dalle americhe. Occorre vincerla a tutti i costi. Sarebbe anche una catastrofe economica oltre che nutrizionale.

  • ninof
    ven 20 marzo 2015 04:05 rispondi a ninof

    Delirio, enormi interessi in ballo ma ci sono tecniche antiche e tradizionali per proteggere gli alberi, nel leccese gi moltissime piante sono state salvate dagli olivicoltori. Informatevi!

  • Carlo.
    ven 20 marzo 2015 10:51 rispondi a Carlo.

    E' sempre la solita storia. Come quando avviene un terremoto; c' chi patisce e chi si rallegra per la "mors tua vita mea".

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