
Il depuratore consortile che sta nascendo in contrada Urmo Belsito, in località Specchiarica, marina di Manduria, dovrà avere necessariamente lo scarico a mare. Lo dice una legge nazionale a cui la Regione Puglia ha cercato di sottrarsi chiedendo una deroga e progettando piani alternativi più impattanti della condotta sottomarina.
A demolire i sogni di tanti politici, tecnici esperti e semplici cittadini che ci hanno creduto, è il Ministero dell’Ambiente con una semplice nota di risposta al presidente Michele Emiliano che aveva chiesto una deroga al divieto di scarico al suolo.
«La richiesta avanzata dalla regione Puglia – scrive il direttore generale della sezione Tutela del territorio e del mare del Ministero dell’Ambiente -, si configura, di fatto, come una "ulteriore deroga" ovvero, "una deroga ad una deroga", in assenza di qualsivoglia fondamento giuridico e normativo».
Di fronte a queste ultime parole diventano grotteschi tanti studi di fattibilità, progetti, pareri, soluzioni (alcune persino fantasiose come i famosi buffer con ruscellamento dei reflui), costati fatica e denaro all’Acquedotto pugliese che li ha partoriti.
E non ci voleva tanto a capirlo. Lo spiega in due parole la direttrice generale del Ministero dell’Ambiente, Maddalena Mattei Gentile, che firma la lettera: «Il depuratore ed i Buffer (trincee disperdenti attraverso le quali avviene lo scarico su suolo) – scrive - distano circa 2 chilometri dal mare, quindi ad una distanza inferiore a quella consentita, ossia 5 chilometri per gli scarichi di acque reflue urbane con portate giornaliere medie tra 5.001 e 10.000 metri cubi».
Un problema che si è sempre saputo: il sito individuato è troppo vicino al mare, 1700 metri per la precisione. Un mare, tra l’altro, classificato come sito di interesse comunitario che bagna due aree protette che rientrano nella perimetrazione dei parchi naturali super protetti da vincoli paesaggistici insormontabili. Per tutti, tranne che per la Regione Puglia e per l’Aqp che hanno finanziato l’opera con circa undici milioni di euro e i cui lavori sono in fase di completamento.
La normativa, fa ancora sapere la direttrice del Ministero, consente già delle deroghe al divieto di scaricare al suolo, ma soltanto «una volta accertata la presenza di determinate situazioni, ossia l’impossibilità tecnica o l’eccessiva onerosità, a fronte dei benefici ambientali conseguibili». Nessuno di questi fa al caso del depuratore a Specchiarica le cui alternative proposte sono anzi economicamente più onerose e inoltre non esistono motivi tecnici che impediscano lo scarico nel vicino «corpo idrico superficiale».
Ora tutta la questione passerà nelle mani del commissario straordinario che gestisce i contenziosi comunitari in materia di acque reflue urbane che vede interessato l’agglomerato di Manduria.
C’è poi un piccolo giallo sui tempi di diffusione della bocciatura. La comunicazione ministeriale, indirizzata all’assessorato regionale alle infrastrutture e al Dipartimento agricoltura sviluppo rurale e ambientale della Regione Puglia, sarebbe stata tenuta in un cassetto sin dal 7 agosto scorso.
Immediate le reazioni dei politici del territorio e di opposizione. Lo fa per prima la consigliera regionale di Forza Italia, Francesca Franzoso. «Emiliano chieda scusa agli abitanti di Sava che nel 2020 galleggiano ancora sui liquami e agli abitanti di Manduria per lo stato di inquinamento della falda causata dal vecchio depuratore, ormai obsoleto, che in barba alle leggi scarica al suolo. Ammetta pubblicamente – conclude - il tentativo di raggirare le leggi e la buona fede delle persone». Da Manduria reagisce anche Mimmo Breccia, leader del movimento Manduria Noscia, tra i più convinti sostenitori della collocazione del depuratore lontana dal mare. «Siamo stati presi in giro dai soliti politicanti – scrive – che non ci hanno dato retta quando con altri abbiamo proposto un sito distante più di cinque chilometri dalla costa».
Nazareno Dinoi
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4 commenti
Domenico
ven 11 settembre 2020 06:09 rispondi a DomenicoLa vedo nera! Fognatura e Depurazione: compito principale del gestore è mantenere in perfetta funzionalità gli impianti di depurazione, eseguendo i lavori di manutenzione programmata ed intervenendo nelle situazioni di criticità attraverso apposite squadre sempre presenti di responsabili, tecnici e operai specializzati. Le analisi andrebbero effettuate almeno 5 volte a settimana in ingresso e in uscita. Infine, recupereranno il biogas che si viene a formare durante la fase di digestione anaerobica a cui sono sottoposti i fanghi per essere stabilizzati o li disperderanno nell'aria? Ce mannamu a mari?
Gianluca Scarpa
mer 9 settembre 2020 01:12 rispondi a Gianluca ScarpaTutti sapevano che sarebbe finita così. Perché la mafia non a Manduria gira, gira nelle sfere ben più alte. La mafia politica... Dove gli abitanti di un comune non possono e non hanno il diritto di scegliere veramente. Si era buono invece la AQP e la Regione in base ai propri interessi Politici e finanziari.
sergio di sipio
mer 9 settembre 2020 10:43 rispondi a sergio di sipioE quindi i lavori cominceranno ad essere messi in dubbio. Quindi per non rimanere senza produrre qualcosa di buona si potrebbe pensare ad un buon allacciamento per portare l'acqua potabile a Torre Colimena, Specchiarica, San Pietro in Parte, Manduria in Parte e proseguire verso dove si potrà. Ma che si cominci subito cari Sindaci e Consiglieri. Pronto a ritirarmi nella tenzone Consiglieri per sceglierne uno che vada bene per tutti. Venite questa sera ad Uggiano Montefusco zona Casone chiesa di San Nicola ore 18,00. A questa sera.
Marco
mer 9 settembre 2020 07:08 rispondi a Marco5km dalla costa, in zona Masseria serpenti...ma li sto nu li SIGNURI ????????????