
Su un terreno di sua proprietà, l’ex boss della sacra corona unita Vincenzo Stranieri, detto “Stellina”, ha esposto un cartello che ha attirato l’attenzione per i toni espliciti e minacciosi. Il testo di un cartello affisso su un muro accanto al classico avviso di presenza di cani da guardia, così recita:
«Attenti ai cani e al padrone dei cani se rompete i co***oni ai cani vi spacca la capu Vincenzo Stranieri»
Sotto la scritta compare anche l’immagine di un cane con i denti in mostra, a rafforzare il messaggio.
Il cartello, che porta in calce proprio la firma di Stranieri, è un esempio di comunicazione diretta e dal tono minaccioso, in netto contrasto con i consueti avvisi di pericolo che si limitano a segnalare la presenza di animali da guardia.
Attualmente Vincenzo Stranieri, figura storica della criminalità organizzata pugliese, si trova agli arresti in un penitenziario del Nord Italia, dove sta scontando una condanna legata alle sue attività Recenti.
L’episodio conferma ancora una volta la notorietà del personaggio e la sua volontà di lasciare un segno anche nei dettagli più quotidiani, come la gestione di un terreno e dei cani che vi si trovano.
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2 commenti
Marco
oggi, ven 12 settembre 10:45 rispondi a MarcoMa non era diventato disabile tanto da non poter essere incarcerato??? Il tempo dimostra la verità...
Alda
oggi, ven 12 settembre 09:45 rispondi a AldaNaturalmente perché si chiama Vincenzo Stranieri dobbiamo per forza passare alle minacce e alla mafia altrimenti che Manduriani saremmo? Anch’io davanti al mio cancello ho un cartello con scritto attenti al cane e al padrone e ho in aggiunto messo un foglio con scritto provate a rompere ed esco con il bastone. Però mi dispiace non sono mai stata in carcere e ne faccio riferimento ad alcuna mafia. Detto questo quando lo lasciamo in pace? Da dire forse è l’unica in Italia che ha scontato più anni di chiunque. Ha superato i trent’anni che dopo i trenta sarebbe ergastolo. Eppure senza motivazioni ne ha fatti 5 in più. Ma la parola Vincenzo Stranieri la tenete sempre in bocca. Poveri noi!