Su segnalazione di alcuni cittadini, l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero dell’Ambiente, ha condotto delle indagini sui rischi ambientali lamentati dal territorio per la presenza di molte discariche. L’obiettivo dell’indagine era quello di valutare la sussistenza di un eventuale danno ambientale e/o minaccia di danno ambientale, con indicazione delle eventuali misure di riparazione e i relativi costi. All’esito di questo, i tecnici Ispra, lo scorso 22 maggio, hanno depositato al Ministero una relazione di cui La Voce di Manduria è riuscita ad avere copia.
Nelle segnalazioni venivano denunciate diverse criticità ambientali, tra le quali l’inquinamento della falda acquifera, con superamento delle Concentrazioni soglia di contaminazione (Csc), lo sversamento di percolato e di liquami nel terreno, l’inquinamento dell’aria e l’ulteriore abbancamento di rifiuti in presunta assenza di autorizzazione.
«Per quanto riguarda la matrice ambientale “terreno” – si legge nel rapporto -, si evidenzia che la documentazione disponibile non riporta informazioni in merito alla possibile contaminazione del terreno; pertanto – prosegue - non è stato possibile fornire alcuna valutazione su questa matrice».
Analizzando i risultati delle ripetute analisi dei pozzi spia e l’esito di una indagine tecnica commissionata dal gestore della discarica che certifica l’integrità della guaina sul fondo della discarica l’Ispra giunge alle seguenti conclusioni.
«Alla luce del quadro sopra descritto, gli autocontrolli sull’impianto condotti dalla Manduriambiente e le risultanze contenute negli elabora forniti dal gestore nell’ambito del “Piano di indagine area discarica”, sui quali l’Agenzia ha espresso le proprie valutazioni, in accordo con Arpa Puglia, si rappresenta quanto segue».
«Per quanto riguarda l’eventuale sussistenza di un danno o di una minaccia imminente di danno al corpo idrico sotterraneo, quale deterioramento significativo e misurabile, diretto o indiretto, mediante azioni che incidano in modo significativamente negativo sullo stato chimico, si evidenzia che dagli accertamenti condotti da Arpa e dal gestore a valle dei superamenti delle concentrazioni di contaminazione per Zinco, Dicloroetilene, Tricloropropano e dibromoetano nelle acque sotterranee riscontrate a giugno 2022, non si sono presentate ulteriori episodi. Pertanto, relativamente a tali sostanze – prosegue la relazione -, appare essersi trattato di un evento episodico non rilevante. Inoltre, viste le indagini svolte per la verifica dell’integrità della barriera di fondo e delle sponde della discarica di Manduriambiente nelle aree dell’impianto e della presenza, in una limitata porzione di territorio, di altri due impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti (Eden ’94 e Li Cicci), non è stato possibile individuare con certezza una correlazione tra il superamento della CSC e l’attività della discarica di Manduriambiente».
Escluso quindi un danno ambientale in atto, considerato che tutti gli esami successivi a quel primo caso di inquinamento dell’acqua di falda hanno dato esito negativo, l’Agenzia del Ministero dell’Ambiente raccomanda delle precauzioni.
«Al fine di approfondire tale criticità, oltre a quanto già prescritto da Arpa Puglia, ovvero quello di proseguire, a carico del Gestore, il monitoraggio delle acque sotterranee secondo quanto previsto dal Piano di Monitoraggio e Controllo approvato in sede di Aia – si legge nel rapporto -, sarebbe opportuno condurre una indagine complessiva sullo stato delle acque sotterranee dell’intero acquifero, con particolare riferimento agli eventuali gradienti di concentrazione dei contaminanti. Inoltre, viste le segnalazioni riguardanti le operazioni di gestione della discarica di Manduriambiente, mediante il presunto costipamento dei rifiuti mediante percussori in ferro, sarebbe opportuno – raccomanda l’Ispra -, qualora tale modalità operativa sia legittima, procedere ad una verifica periodica dell’integrità delle barriere di fondo dell’impianto. Infine, in considerazione del fatto che la D.G.R. 2080/2020 ha identificato come “scarso” (monitoraggio 2016- 2018) lo stato chimico del corpo idrico sotterraneo “Salento centro-settentrionale” e dei fattori di pressioni per esso individuati nella presenza, tra l’altro, di siti contaminati e di impianti di trattamento di rifiuti, e ferma restando la discrezionalità tecnica del CTVIA regionale nell’autorizzare l’ampliamento della discarica, si suggerisce di prevedere, nell’ambito del Piano di monitoraggio ambientale (PMA), un approfondimento, su area vasta, delle conoscenze sullo stato chimico del corpo idrico sotterraneo sottostante al comprensorio anche mediante la realizzazione di nuovi pozzi e nuove campagne di indagine».
«Il presente parere, predisposto d’intesa e con il contributo di ARPA Puglia –UOC Servizio Territorio -DAP Taranto – conclude l’indagine di Ispra -, è da considerarsi quale mera valutazione tecnica riferita alla richiesta formulata con nota MASE in riferimento e non riveste carattere vincolante per l’amministrazione ricevente».
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
2 commenti
R&R
mar 18 giugno 21:26 rispondi a R&RTranquilli la potete bere l'acqua dei pozzi artesiani,auguri...
Gregorio
mar 18 giugno 13:40 rispondi a GregorioNel titolo di testo:-“Esclusiva: nessun danno ambientale a Manduria nel rapporto Ispra”…nessun danno?! Non è che il campione (flaconcino) è stato prelevato dalle isole Hawaiane? 🧐🤔