
È il primo caso di isolamento ospedaliero dell’emergenza coronavirus in Puglia. Un intero reparto, quello della divisione di Medicina dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, con 56 pazienti, trenta donne e ventisei uomini, è stato sottoposto a sanificazione e temporaneo isolamento per rischio Covid-19; mentre l’intero personale medico, infermieristico e tecnico è in attesa di risposta del tampone.
Tutto a causa di due pazienti contagiati dal virus che sono transitati in quel reparto per quasi 48 ore prima di essere trasferiti agli infettivi dell’ospedale San Giuseppe Moscati della stessa città di Taranto.
Ieri mattina la direzione sanitaria della Asl ha disposto la sospensione temporanea dei ricoveri per permettere la sanificazione ambientale con un sistema professionale per l’alta disinfezione a secco di tutti gli ambienti in cui sono stati ospitati i due casi.
«Durante tale procedura – fa sapere una nota della Asl tarantina -, sono stati lasciati in sito tutte le attrezzature potenzialmente venute a contatto con le persone contagiate, al fine di sanificare anche queste ultime». Al termine dell’intervento sarà disposta la pulizia dei locali e delle suppellettili prima dell’utilizzo degli ambienti per le attività sanitarie o per accogliere i pazienti.
A sovrintendere ai lavori c’era il primario Fernando Sogari che non nasconde una certa preoccupazione. «Incrociamo le dita e attendiamo l’esito dei tamponi sul personale sperando di non trovarci di fronte ad un cluster di possibile infezione all’interno del Santissima Annunziata».
Il professor Sogari lascia poi intendere l’esistenza di qualche pecca nella gestione dei due pazienti. «Evidentemente – dice – qualcosa non ha funzionato nel sistema dell’accettazione». Il primario si riferisce ai protocolli che prevedono un trattamento diversificato dei pazienti con sintomi riconducibili all’infezione da Covid-19 sui quali si sospetta un possibile contagio. In tal caso il percorso consigliato è quello dell’isolamento nel reparto di malattie infettive del Moscati senza transitare nei reparti e nei servizi dell’ospedale così come è invece avvenuto.
«Comunque sono sicuro che ce la faremo», afferma il primario che spera in un piano da attuare a breve proprio in previsione di un aumento di casi simili. «Dedicheremo una sezione con dieci posti di sub intensiva che, se tutto va bene, dovrebbe essere pronta tra una decina di giorni». Naturalmente sperando sempre che oggi non ci siano brutte sorprese nei risultati dei test eseguiti sul personale che ha avuto contatti con i due pazienti infetti. Il nervosismo ieri era alle stelle. «Un conto è sapere di avere a che fare con pazienti positivi al virus, altra cosa è gestirli all’insaputa di tutto e senza le dovute precauzioni», erano i commenti del personale che ha vissuto il dramma di dover tornare a casa stando il più possibile distante dai propri familiari. Entro oggi, si spera, i ricoveri nel reparto di medicina, sospesi ieri sino a data da destinarsi, dovrebbero riprendere regolarmente.
Nazareno Dinoi
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