
La Corte d’appello di Lecce, sezione distaccata di Taranto, ha quasi azzerato la sentenza di primo grado a carico di cinque giovani provenienti dalle tre province salentine condannati per aver gestito, tra il 2008 e il 2009, un ricco e fiorente traffico di droga nei comuni di Manduria, Latiano, Francavilla Fontana ed altri centri del brindisino. Da una pena inflitta nel 2016 che sommava in tutto 40 anni di carcere, i giudici di secondo parere hanno disposto un’assoluzione, un decurtamento di pena da nove anni a due e nove mesi e tre «non doversi procedere» per precedente giudizio già definito dal Tribunale di Brindisi per gli stessi reati.
Al manduriano Cosimo Pisello, di 38 anni, difeso dagli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi, ritenuto essere il capo della banda di spacciatori e per questo condannato con la pena più alta di nove anni e 40mila euro di multa, l’appello ha concesso uno sconto di un terzo dovendo scontare solo due anni e nove mesi di reclusione. Ancora meglio è andata al 46enne di San Pietro Vernotico, Cosimo De Pasquale, difeso dall’avvocato Lorenzo Pulito, per lui c’è stata l’assoluzione che ha cancellato la condanna precedente di sei anni. Non doversi procedere invece nei confronti degli altri tre imputati, Alessandro Nigro di Mesagne, Salvatore Dell’Anna di Monteroni di Lecce e Roberto Primo anche lui di Mesagne, tutti affidati alla difesa dell’avvocato Raffaele Missere.
L’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Taranto e affidata alla polizia, aveva portato alla sbarra nove persone tutte accusate di far parte della medesima banda di spacciatori. Ad incastrarli furono le dichiarazioni di alcuni assuntori di sostanza stupefacente che confermarono di avere acquistato la droga dagli indagati. In sede di dibattimento poi, tre di loro ritrattarono quanto avevano precedentemente affermato. Per questo furono assolti i manduriani Alessandro D’Amicis (per non aver commesso il fatto), difeso dagli avvocati Franz Pesare e Armando Pasanisi; Antonio Mero (non luogo a procedere, anche lui difeso dagli stessi legali) e Pasquale Scorrano, difenso da Salvatore Maggio.
N.Din.
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