
Dopo settimane di silenzi e polemiche, Fabio Di Maggio interviene pubblicamente per chiarire la posizione sua e della sua famiglia rispetto al progetto calcistico che coinvolge la città di Manduria. Lo fa con una dichiarazione ferma in cui sottolinea il ruolo determinante della moglie, vera anima dell’iniziativa sportiva, e il disappunto per il comportamento dell’amministrazione comunale.
"Voglio chiarire – afferma Di Maggio – che io e mia moglie siamo pienamente d'accordo su ogni decisione legata al progetto. È stata lei a portarlo avanti con determinazione e passione. Ha la mia piena fiducia e una delega formale che le consente di trattare con chiunque sul futuro della squadra."
Un passaggio, questo, che chiarisce senza ambiguità il ruolo decisionale della moglie, la quale – secondo Di Maggio – sarebbe stata ingiustamente esclusa da un dialogo istituzionale trasparente.
"Dispiace constatare – prosegue – che da parte delle amministrazioni non ci sia stata disponibilità a interloquire con chi mi rappresenta da sempre. Mia moglie non è un'ospite a Manduria, è manduriana e tale rimane, a prescindere dalla residenza."
Di Maggio racconta inoltre che aveva suggerito alla moglie di non partecipare all'ultima riunione, ritenendo che non vi fosse alcuna utilità e che si rischiasse soltanto di alimentare tensioni. Tuttavia, lei ha scelto di esserci per rispetto verso i tifosi che continuano a sostenerla. "Un gesto che dimostra il suo attaccamento sincero alla squadra e alla città", aggiunge.
"Purtroppo – continua – la gestione della riunione, con microfoni disattivati e il collegamento chiuso a discrezione di chi la conduceva, ha confermato la scarsa volontà di un confronto vero."
In merito al futuro, Di Maggio è netto: "Se mai dovessimo partecipare a nuove riunioni, mia moglie lo farà come dirigente delegata da me, con documenti ufficiali che attestano il suo ruolo. E chiunque sia realmente interessato a collaborare con noi, lo faccia direttamente. Non intendiamo più interagire tramite l’amministrazione o il sindaco."
Chiude con una riflessione sul significato di rispetto istituzionale e personale:
"Il rispetto non si conquista con una fascia o una carica pubblica. Si guadagna giorno dopo giorno e si dimostra nei fatti."
Le dichiarazioni di Fabio Di Maggio lanciano un messaggio forte e chiaro: il progetto sportivo va avanti, ma senza mediazioni politiche, con la guida di una figura che agisce con pieno mandato e nel segno della continuità e della trasparenza.
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2 commenti
Picurina
ven 30 maggio 15:17 rispondi a PicurinaAllora sé paghi i debiti e quello che hai accettato ben venga... sé dobbiamo fallire non sarai di certo tu a sceglierlo ma noi cittadini faremo del nostro meglio per mantenere il nostro titolo e non come quello vostro da oss grazie di tutto
Demetrio Moccia
gio 29 maggio 19:29 rispondi a Demetrio MocciaLa mia impressione è che questo casino, ha lo scopo di avere sussidi pubblici. Ma il Comune non può andare incontro alle loro richieste oltre al solito contributo istituzionale(iscrizione a un campionato). Gli viene chiesto quanti sono effettivamente i debiti e questi non rispondono. Se sono le cifre che girano 37.000,150.000,300.000 tutto dipende dall'entità del debito. Una società che non riesce a reperire la prima cifra, mi sembra una non società. Sulle altre due cifre il discorso è molto diverso, sono contributi non pagati all'erario? sono misti, erario e debiti di gestione?. Se affermativo, il discorso si fa un tantino più serio. Con l'Erario si può sempre trovare un accordo, col resto come si è visto si va incontro a penalizzazioni e squalifiche. L 'U.G. Manduria sta giocando una partita di poker, di cui non credo non ha chiaro il bluf che potrebbe provocare.