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Per comprendere come si è arrivati all’individuazione del depuratore in zona mare e specificatamente a ridosso dell’are residenziale Urmo Belsito a Specchiarica, bisogna fare un salto indietro di 15 anni.

Depuratore sulla costa, tutta la storia dal 2004 ad oggi: nomi e responsabilità

Il costruendo depuratore in zona Urmo-Belsito Il costruendo depuratore in zona Urmo-Belsito | © Giovanni Loppo

Per comprendere come si è arrivati all’individuazione del depuratore in zona mare e specificatamente a ridosso dell’are residenziale Urmo Belsito a Specchiarica, bisogna fare un salto indietro di 15 anni.

Nel 2004 l’Acquedotto pugliese (Aqp), nell’ambito degli interventi per il completamento delle reti fognarie e adeguamento degli impianti di depurazione, presentò un progetto preliminare che prevedeva un depuratore a servizio degli abitanti di Sava, Manduria e delle marine di Manduria ubicato in località Iazzu della Specchiarica. Il progetto era dotato di una sezione di affinamento per il riuso irriguo prevedendo uno scarico di emergenza, nell’ipotesi di scarsa richiesta della rete irrigua, nel bacino retrodunale denominato «Palude del Conte» (la salina).

Nel 2005 (dicembre), l’allora commissario delegato (il presidente Nichi Vendola), bocciò la proposta perché:

a) le valutazioni non hanno preso in considerazione la localizzazione già individuata dall’Amministrazione Comunale di Manduria;

b) allo stato le marine non sono dotate di rete di fognatura nera per cui potrebbe essere inficiata la corretta funzionalità dell’impianto;

c) attualmente l’area non risulta attrezzata da rete irrigua tale da poter ipotizzare, a breve termine, un riuso irrigo delle acque reflue depurate.

Pertanto, il Commissario Delegato richiedeva che lo studio venisse esteso, previa concertazione con le Amministrazioni Comunali interessate, tenendo conto delle considerazioni succitate e «valutando anche l’ipotesi di scarico a mare, anche attraverso la realizzazione di apposita condotta sottomarina».

Il 12 dicembre 2005 il comune di Manduria (sindaco Francesco Massaro, centrosinistra, poi Pd), nelle figure dell’assessore ai Lavori pubblici Gregorio Dinoi e del Responsabile dell’area tecnica, dell'epoca, indicava «in merito al nuovo sito dell’impianto di depurazione, l’area compresa tra la Strada Provinciale Tarantina e la strada comunale di collegamento tra la Tarantina e la provinciale Castelli (Urmo-Belsito). Per quanto riguarda, invece, il recapito finale, il Comune di Manduria acconsente allo scarico a mare solo a mezzo di condotta sottomarina, preferibilmente da realizzare in corrispondenza della strada comunale Specchiarica, ribadendo la sua assoluta opposizione all’ipotesi di scarico in battigia in qualsiasi punto del litorale». Contro lo scarico in battigia la stessa amministrazione Massaro fece ricorso al Tar che gli diede ragione. Questo comportò la modifica del progetto iniziale con l’introduzione dello scarico in condotta sottomarina.

Il 19 dicembre 2005, il commissario delegato per l’Emergenza ambientale in Puglia finanziava la costruzione del nuovo impianto di depurazione a servizio degli abitati di Sava, Manduria e delle marine di Manduria, per un importo di 11.360.000 euro rinviando “l’assunzione di determinazioni in ordine all’importo necessario a finanziare la realizzazione della condotta sottomarina all’adozione di successivo provvedimento”, e prevedendo, di conseguenza, lo scarico del nuovo impianto in battigia.

Nel 2006 Acquedotto Pugliese, recependo le risultanze del progetto 2004, redasse un nuovo progetto preliminare con le seguenti caratteristiche:

  • nuovo impianto di depurazione a servizio degli abitati di Sava, Manduria e delle marine di Manduria ubicato nell’area compresa tra la SP Tarantina e la strada comunale di collegamento tra la SP Tarantina e la SP Castelli (Urmo-Belsito).
  • recapito finale, scarico in battigia.

Il 5 aprile 2007 la conferenza di servizi viene sospesa per il parere contrario del Comune di Manduria che «pur valutato favorevolmente il progetto di depurazione, nondimeno si esprime contrarietà al recapito finale previsto con scarico in battigia e si conferma al contrario la necessaria previsione, nell’ipotesi di scarico a mare, attraverso idonea condotta sottomarina. Si esprime consenso a quanto proposto dall’Arneo in sede di conferenza in ordine alla possibilità di utilizzo delle acque di depurazione per fini irrigui».

A luglio 2007 il Commissario delegato invita AQP a procedere ai successivi livelli di progettazione.

A novembre 2007 Aqp consegna il progetto esecutivo.

A febbraio 2008 il Commissario delegato esprimeva parere favorevole in linea tecnica sul suddetto progetto, condizionato alla preliminare acquisizione del parere di compatibilità ambientale. Nel medesimo provvedimento si precisava che «l’impianto pur essendo stato concepito in funzione della condotta sottomarina dovrà funzionare regolarmente anche in assenza della stessa».

Ad ottobre 2008 Aqp trasmetteva all’Assessorato Ecologia della Regione Puglia il progetto esecutivo, lo studio d’impatto ambientale e la Valutazione d’Incidenza relativi all’intervento in oggetto.

A marzo 2009 il Servizio Ecologia della Regione Puglia richiedeva integrazioni alla documentazione trasmessa. La motivazione alla base delle integrazioni richieste deriva dall’aver considerato che «il Comune di Manduria ha vincolato il proprio assenso alla costruzione delle opere alla realizzazione di una condotta sottomarina che consenta di salvaguardare un’area di indubbio richiamo turistico». AQP trasmetteva il progetto preliminare della condotta sottomarina completo di Studio di Impatto Ambientale e Valutazione di Incidenza.

A febbraio 2011 la Regione Puglia esprimeva parere favorevole alla compatibilità ambientale del progetto.

A dicembre 2016, proroga della compatibilità ambientale.

Nell’Analisi delle alternative allegate al progetto di massima redatto da Aqp a maggio-giugno 2019 (quello della condotta complementare a Torre Colimena), i tecnici osservano quando segue.

«Al di là delle strumentalizzazioni e delle distorsioni che normalmente accompagnano opposizioni di questo genere, il dibattito ha definito varie soluzioni alternative (dalla ricarica della falda alla fitodepurazione). In particolare le amministrazioni comunali di Manduria e Avetrana, nel 2014, hanno definito congiuntamente una proposta alternativa identificando una “soluzione di utilizzo idrico sostenibile dei reflui” indicando che le acque non utilizzate dal Consorzio Arneo potranno “raggiungere l'area della Masseria della Marina al fine della sua valorizzazione turistico-sportiva ovvero potranno essere recapitate nell'area di sicurezza idraulica costituita dai pozzi e/o dalle trincee drenanti, insistenti su una piccola parte della suddetta area. È del tutto evidente che la messa a disposizione da parte del Comune di Manduria di tale sito, situato in tutta prossimità con la località turistica più frequentata dai suoi abitanti, mitiga l’indubbia penalizzazione subita dai cittadini di Avetrana per la localizzazione del depuratore in contiguità con l’area residenziale di Ulmo Belsito. Per entrambi i siti, Masseria Marina e Ulmo Belsito, occorrerà provvedere ad un’accurata ambientalizzazione degli impianti per ridurne l’impatto visivo e gli odori».

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