
Si ritorce contro l’Acquedotto Pugliese la nota con cui l’ente ha negato la presenza di cattivi odori provenienti dal nuovo depuratore consortile di Manduria e Sava nell’area marina di Urmo–Specchiarica, sulla costa manduriana. Mentre diversi residenti continuano a segnalare un “olezzo” che – stando alle testimonianze – raggiungerebbe le abitazioni fino a 800 metri e oltre, alcuni di loro annunciano una possibile class action contro Aqp e Comune di Manduria.
A riaccendere il dibattito è l’intervento dell’ex deputata ed ex sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina, che contesta un passaggio contenuto nella nota diffusa ieri da Aqp: il riferimento a sopralluoghi effettuati da non meglio precisati “organismi territoriali”, dai quali sarebbe emersa l’assenza di odori e il “funzionamento eccellente” dell’impianto.
“Vorrei sapere quando sono stati fatti questi sopralluoghi e chi sono questi organismi di controllo territoriali che avrebbero certificato l’assenza di cattivi odori e il funzionamento eccellente”, si chiede Macina. Che aggiunge. “O mentono i residenti, o mentono altri. Sarebbe opportuno verificare con esami tecnici e specifici, da divulgare e rendere pubblici”.
Secondo l’ex sottosegretaria grillina (che ha abbandonato da tempo il movimento pentastellato), il nodo è la trasparenza. Indicare con precisione date, enti coinvolti e risultati delle verifiche, è il senso del suo appunto, rendendo accessibili verbali, metodi di campionamento e parametri utilizzati. Unico modo per fugare dubbi e sgonfiare la contrapposizione tra le segnalazioni dei cittadini e le rassicurazioni dell’ente idrico.
Nel frattempo, nel territorio cresce l’irritazione. “Nervosetti dalle parti di Aqp”, chiosa Macina, sottolineando come la comunicazione dell’azienda rischi di apparire difensiva senza un corredo di dati verificabili.
Il depuratore consortile di Manduria–Sava sorge in zona Urmo–Specchiarica, a ridosso della costa. La nota di Aqp ha escluso responsabilità dell’impianto per i cattivi odori lamentati da vari residenti; tuttavia, la mobilitazione locale non accenna a diminuire e c’è chi preannuncia azioni legali collettive.
Oltre al tema ambientale, la vicenda tocca la questione della fiducia e della responsabilità pubblica: senza evidenze trasparenti e accessibili, la frattura tra percezione dei cittadini e dichiarazioni ufficiali rischia di allargarsi. Le richieste di Macina puntano a un terreno condiviso fatto di misure, numeri e documenti. Solo così, sostiene, si potrà capire se e dove esista una responsabilità e come intervenire.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.