
Si è tenuta ieri a Bari un’altra audizione della commissione Ambiente senza la presenza degli interlocutori principali come il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e l’assessora all’Ambiente, Serena Triggiani, che hanno ancora una volta disertato l’appuntamento. Per questo il presidente della quinta commissione, Michele Mazzarano che li aveva convocati, è stato chiaro in proposito: «la questione non è più tecnica ma politica per cui sono i politici che devono dare risposte», ha esordito Mazzarano facendo diventare più irresponsabile l’assenza dei due esponenti di governo. «Auspico che si insedino tavoli tecnici alla presenza dell’assessora al ramo e dei gestori degli impianti per opportuni e necessari approfondimenti su aspetti critici che immaginavo avrebbero dovuto essere chiariti prima del rilascio del Provvedimento autorizzatorio unico regionale per il sopralzo di Manduriambiente», ha dichiarato il presidente che ha fatto notare un’ingiustificata fretta da parte della Regione Puglia di autorizzare l’ampliamento nonostante i pareri sfavorevoli di Arpa e Asl.
D’accordo con Mazzarano, per quel che riguarda le responsabilità in capo alla politica regionale, si sono trovati anche i due commissari presenti in commissione, Antonio Scalera (La Puglia Domani) e Marco Galante (M5S). «Il governo regionale deve ascoltare la gente perché in un territorio pianeggiante come quello di Manduria con una forte vocazione agricola e turistica non può autorizzare, come ha fatto, una collina di rifiuti alta 14 metri», ha detto Scalera. Il pentastellato Galante ha ricordato gli impegni mancati della politica che due anni fa aveva assicurato che la Manduriambiente doveva chiudere a fine capienza. «Non possiamo dire queste cose e poi essere smentiti dai fatti», ha detto Galante che ha chiesto all’Arpa una relazione dettagliata sulle emissioni odorigene a Manduria.
Il rappresentante del comune di Manduria, il presidente del Consiglio, Gregorio Dinoi, ha lamentato i danni che i cattivi odori provocano al territorio. «Tutti i nostri sforzi rischiano di essere vanificati», ha detto Dinoi denunciando la mancata fruibilità del Parco dei Messapi «per i cattivi odori che arrivano dalla zona delle discariche». Non ha avuto risposte la domanda di Dinoi che chiedeva agli esperti presenti se la guaina sul fondo della discarica sarà in grado di sopportare il doppio del peso previsto nel progetto originario.
Non hanno detto niente di significativo, infine, i due rappresentanti di Arpa e Asl che, incaricati a partecipare su delega dei diretti interessati, hanno pagato in più occasioni il non essersi mai occupati direttamente del problema per il quale era stata convocata la commissione.
Il presidente Mazzarano che ha preannunciato una nuova audizione della commissione che presiede, ha infine ricordato che gli impianti impattanti a Manduria sono cinque e non tre. «L’area in questione - ha detto -, non comprende solo la discarica Manduriambiente, l’altra dismessa Li Cicci in attesa di bonifica e l’impianto di compostaggio Eden 94, ma anche la centrale a biogas di Enichem e quella di Agricoltura Italia (entrambi sulla strada per Francavilla Fontana, ndc), che produce fertilizzanti. Questo complesso sistema – ha ribadito Mazzarano - crea un impatto ambientale elevatissimo in un territorio a forte vocazione turistica, enogastronomica e paesaggistica, noto per la produzione del Primitivo di Manduria, vino d’eccellenza apprezzato a livello internazionale». A breve, ha infine annunciato Mazzarano, «organizzeremo un incontro con i tecnici, la politica e i responsabili di tutte queste imprese».
Nazareno Dinoi su Quotidiano
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