
Gregory Perrucci, imprenditore vitivinicolo di Manduria e titolare dell’azienda Agricola Felline, lancia un grido d’allarme senza mezzi termini: il settore del vino è in crisi profonda. In un lungo intervento sui social, riportato da Gamberorosso.it, Perrucci denuncia un crollo dei consumi, l’impennata dei costi di produzione e un clima ostile alimentato da campagne contro l’alcol, normative restrittive e dazi internazionali.
Perrucci, profondo conoscitore del mercato USA, descrive la situazione americana come strutturalmente turbolenta, tra il boom delle bevande a base di cannabis, l’esplosione dei ricarichi nei ristoranti e il crollo della professionalità nella distribuzione. Ma sottolinea che il problema non è solo oltreoceano: in Italia e nel mondo si respira lo stesso smarrimento.
“Siamo nella nostra ora più buia”, afferma l’imprenditore pugliese, accusando il silenzio della politica e delle istituzioni, troppo impegnate a sbandierare dati sull’export mentre i produttori “percossi ed attoniti” restano senza guida.
La proposta di Perrucci è chiara: serve una riflessione collettiva sul futuro del vino italiano, inteso come prodotto agricolo e territoriale, e non come derivato industriale. Occorre ridurre le rese, fermare la corsa alle nuove piantagioni e l’uso disinvolto delle denominazioni. Invita infine i “volenterosi” del settore a unire le forze per scrivere un Manifesto da presentare alle istituzioni, con misure concrete per una vera riforma del comparto vitivinicolo.
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1 commento
cittadino
ven 13 giugno 13:26 rispondi a cittadinoSig Perrucci, signori del vino, una delle più elementari regole del commercio è, che quando un mercato è saturo o inaccessibile, ci di carica il fardello sulle spalle e si va alla ricerca di NUOVI MERCATI, detti anche emergenti. Smettetela di piangervi addosso in ogni periodo di "vacche magre". Non incolpate politica e congiunture dei vostri fallimenti.