
La società «Manduriambiente», che gestisce la discarica manduriana in fase di esaurimento di capienza, non solo non vuole chiudere - e per questo ha chiesto un ulteriore autorizzazione al sopralzo -, ma vuole ingrandirsi.
I piani coltivati dalla Spa del gruppo Iren di Reggio Emilia, sono quelli di costruire altri due bacini su terreni di sua proprietà confinanti con l'attuale impianto. La possibilità viene illustrata con tanto di aerografia nel carteggio depositato alla sezione autorizzazioni ambientali della Regione Puglia per il rilascio del Paur, il Provvedimento autorizzatorio unico relativo all'aumento di volumetria di altri 150mila metri cubi.
Alla pagina 20 del progetto di ampliamento in questione, i progettisti dello studio «Tecnologia & Ambiente" di Noci suggeriscono così l'idea. «Si rappresenta che il sito di Manduriambiente S.p.A. conta alcune aree di proprietà, attualmente inutilizzate, che potrebbero essere destinate alla realizzazione di un nuovo bacino di discarica che consentirebbe una regolarità di flussi di rifiuti in ingresso fino alla fine della concessione prevista per il 2037». Le due aree in questione, identificate in tabella con le relative particelle, misurano rispettivamente 50mila e 27mila metri quadrati di superfice. In totale 77.000 metri quadrati che si sommerebbero ai 110.000 occupati all'origine. Per una capienza, calcolando l'attuale volumetria concessa e da concedere (quattro metri si sopralzo), di circa un milione di metri cubi di rifiuti.
Garantendo così all'impresa una continuità di esercizio sino al 2037, anno in cui scade la concessione ottenuta all'epoca del contratto. Guadagni per la società emiliana e ossigeno per l'Agenzia regionale Ager che per altri 14 anni almeno non avrà più problemi nel cercare siti dove conferire il rifiuto dei comuni.
I piani aziendali di Manduriambiente sono quindi chiari: ottenere intanto l'autorizzazione al sopralzo per altri 150mila metri cubi e nel frattempo, far accettare la prospettiva dell'allargamento di superfice di ulteriori 75mila metri quadrati, andare spediti sino al 2037 quando si aprirà il capitolo, altrettanto remunerativo per l'impresa, della post gestione dell'impianto mediante l'estrazione del biogas da vendere ai gestori dell'elettricità.
Cosa ne pensa l'autorità locale che dovrà mettere l'ultima parola, vale a dire il comune di Manduria, è tutto ancora da vedere. Sinora l'amministrazione comunale si è espressa contro il sopralzo. Prima con un parere tecnico dell'ingegnere comunale e dopo con una delibera approvata all'unanimità e inviata alla Regione Puglia dove intanto si sta decidendo se concedere o meno l'ampliamento richiesto dalla società.
Nel decidere questo, gli uffici regionali non potranno non tener conto del Piano regionale dei rifiuti che impone ad ogni provincia l'esistenza di un impianto per lo smaltimento dei rifiuti. Realizzarne una nuova in altra sede, oltre ad essere più oneroso, significherebbe affrontare le implicazioni ambientali non sempre facili da superare.
Nazareno Dinoi su Quotidiano
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
2 commenti
Gregorio
sab 27 maggio 10:49 rispondi a GregorioLorena ha perso la sua battaglia contro il mostro … ecco, questi sono le testate giornalistiche che ultimamente ci colpiscono! Voi di ManduriaAmbiente NON DITE NULLA? Voi politici non fate nulla? Le istituzioni dove sono? L’amministrazione comunale dov’è? .. al mare 🌊? Pecoraro stà DORMI 🛌💤😴
Giuanni cu la camisa cranni
ven 26 maggio 14:46 rispondi a Giuanni cu la camisa cranniComu a Massafra mà ccappàri !! Porà a nui !! IL FUTURO? ….munnu munnu a unu a unu , ti li stà futti tutti !! .. (la salute)…