Lunedì, 15 Settembre 2025

Giudiziaria

Ad arrestarlo erano stati gli agenti della polizia del commissariato di Manduria che pedinavano da tempo il quarantaduenne, formalmente disoccupato

?Cocaina con i soldi del sussidio di disoccupazione, patteggia la pena a due anni

Polizia Manduria Polizia Manduria | © La Voce di Manduria

Ha patteggiato due anni di reclusione con la sospensione della pena il manduriano M.B. di 49 anni che il primo giugno scorso era stato arrestato e sottoposto ai domiciliari, nel suo comune, con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio. Assistito dall’avvocato Alessandro Cavallo, il giudice del Tribunale di Taranto, Rita Romano, alla luce del patteggiamento concordato, ha disposto l’immediata liberazione del manduriano. Le argomentazioni esposte dal difensore hanno dato credibilità alle dichiarazioni dell’imputato che ha sempre negato che i circa trecento euro sequestrati dalla polizia provenissero dalla vendita della droga sostenendo invece che si trattava del vitalizio di disoccupazione agricola che aveva ritirato poco prima del suo fermo.

Ad arrestarlo erano stati gli agenti della polizia del commissariato di Manduria che pedinavano da tempo il quarantaduenne, formalmente disoccupato. I poliziotti, alla guida dell’ispettore Massimo Conte, si erano presentati nel suo appartamento per la perquisizione che aveva dato i risultati attesi. All’interno di un mobile, gli agenti avevano trovato due contenitori di plastica trasparente contenenti ognuno sei involucri di cellophane sigillati con nastro adesivo nero per una quantità totale di 8,64 grammi di cocaina. Nell’approfondire le ricerche, i poliziotti avevano poi rinvenuto un bilancino di precisione e denaro contante pari a 295 euro di vario taglio ritenuto provento dello spaccio. Il quarantaduenne che è sposato e padre d due bambini, era stato quindi accompagnato negli uffici del commissariato di polizia della città Messapica e dopo le formalità di rito, su disposizione del pubblico ministero Mariano Buccoliero, dichiarato agli arresti domiciliari. Nel successivo interrogatorio di convalida, l'indagato aveva preferito non rispondere alle domande del gip Francesco Maccagnano che aveva convalidato l’arresto. L’avvocato Cavallo che lo ha assistito sin da allora, ha fatto notare che la somma trovata in casa era il ricavato dell’assegno mensile di disoccupazione per lavoratori agricoli.

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2 commenti

  • La Francy
    dom 26 luglio 2020 07:20 rispondi a La Francy

    Caro Domenico , condivido ciò che dici , La domanda sorge spontanea e il parallelismo inevitabile e doveroso " A Manduria trovano uno con 5 kg di droga in casa e una cosa come 30.000 euro giù di la e lo considerano uso personale e li restituiscono pure i soldi in dietro e questo altro qui si becca due anni per 8,64 grammi , la domanda sorge spontanea " 8,64 grammi quante volte vanno in 5 kg ???? " questa è l Italia !!!!??????

  • Domenico
    sab 25 luglio 2020 07:05 rispondi a Domenico

    Spacciare non è l'ultima alternativa alla disoccupazione ma, in questo modo, si suggerisce il contrario. Si afferma che si può quantomeno... arrotondare. La casistica dice che , di solito, chi arriva a lavorare onestamente in campagna, anche in maniera discontinua, almeno da maturare la disoccupazione, raramente se ne va in giro a spacciare. Ma per accertare questo ci vogliono leggi e magistrati adeguati. Oggi si considera l'attività illecita e dannosa del pusher alla stregua di una soluzione alla mancanza di lavoro, una risposta allo stato di necessità: fessi gli imbecilli che emigrano o accettano lavori poco retribuiti "umili", marginali che non permettono di vivere come si vorrebbe, senza smazzare, fare gavetta o formarsi e, perché no, professionalizzarsi?

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