Giovedì, 2 Maggio 2024

Giudiziaria

Oltre a decurtare la pena proposta dalla pubblica accusa, il gup Carriere ha disposto anche il dissequestro dei 17.500 euro in banconote da 50 euro

Cinque chili di eroina in casa, dimezzata la condanna

Avv Lorenzo Bullo Avv Lorenzo Bullo | © La Voce

È stato condannato a quattro anni e otto mesi di reclusione il manduriano di 49 anni, Gregorio Destratis, giudicato con il rito abbreviato per il reato di detenzione ai fini dello spaccio di un panetto di eroina del peso di 480 grammi. Una pena dimezzata rispetto a quanto aveva chiesto il pubblico ministero Remo Epifani che al termine della sua requisitoria aveva chiesto 9 anni. Il giudice delle udienze preliminari, Pompeo Carriere, ha accolto le argomentazioni della difesa dell’imputato, affidata all’avvocato Lorenzo Bullo (foto), secondo cui la droga sequestrata non era destinata allo spaccio ma al consumo personale. L’avvocato ha spiegato inoltre che l’ingente quantitativo di eroina proveniva da un unico acquisto fatto dal solito fornitore e grazie alla disponibilità economica dell’imputato che preferiva così farsi la scorta di sostanza stupefacente che assumeva abitualmente per cinque grammi al giorno.

Oltre a decurtare la pena proposta dalla pubblica accusa, il gup Carriere ha disposto anche il dissequestro dei 17.500 euro in banconote da 50 euro che al momento dell’arresto i poliziotti avevano trovato sotto ad un materasso. L’avvocato Bullo ha dimostrato che il denaro apparteneva ad un fratello del suo assistito il quale conduce una attività imprenditoriale.

Destratis era finito in carcere a marzo del 2018 al termine di una operazione mirata condotta dagli agenti della Squadra mobile di Taranto che seguendo una fonte confidenziale si erano presentati a casa del sospettato. Nel corso della perquisizione, gli investigatori trovarono il panetto di eroina conservato nel cassetto di una scrivania e le banconote sotto ad un materasso. Droga, denaro ed altro materiale utile al confezionamento della sostanza stupefacente furono sequestrati mentre l’uomo fu rinchiuso nel carcere di Taranto in attesa di giudizio che è arrivato ieri.

Nel corso dell’interrogatorio l’imputato aveva ammesso la sua dipendenza dalla droga fornendo generiche informazioni sul proprio fornitore indicando un uomo di colore che spaccia nella città di Taranto. Sarebbe stato quest’ultimo ad offrirgli un buon prezzo per l’acquisto del panetto che aveva poi conservato a casa per l’uso personale e quotidiano. Il quarantanovenne manduriano è attualmente agli arresti domiciliari. Il suo avvocato presenterà a breve istanza di revoca della misura.

Nazareno Dinoi

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1 commento

  • agamennone
    mar 1 dicembre 2020 09:43 rispondi a agamennone

    be che dire..io non do colpa all avvocato,è il suo lavoro dimostrare il contrario,ma il giudice come sta messo...

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