Cade la cupola degli usurai, 18 arresti a Taranto, 2 indagati a Manduria | © n.c.TARANTO — Oltre a gettare sul lastrico decine di piccoli imprenditori, professionisti e persino pensionati in difficoltà, residenti in diverse regioni d’Italia, la banda di cravattari arrestata ieri a Taranto avrebbe anche spinto al suicidio il titolare di un’impresa edile di Milano che non riusciva più a tenere testa agli interessi che raggiungevano un tasso del 30 percento al mese. Con l’accusa di usura, minacce ed estorsione in concorso ed altri reati minori, la procura della Repubblica di Taranto ha emesso ieri diciotto provvedimenti restrittivi (quindici in carcere, due ai domiciliari mentre uno è tuttora latitante), nei confronti di altrettanti soggetti, sedici uomini e due donne, quasi tutti tarantini. Sono sospettati di far parte di un’organizzazione facente capo ad un ex poliziotto in pensione, Luciano Donati, 53 anni, faccendiere e usuraio noto alle forze dell’ordine, già coinvolto in una precedente inchiesta dello scorso mese di gennaio che lo aveva portato in carcere e poi ai domiciliari da dove avrebbe continuato a dirigere la rete smantellata ieri. Tra gli intestatari dei mandati di cattura eseguiti dagli agenti della squadra mobile di Taranto, ci sono anche nomi di insospettabili come l’avvocato settantasettenne del foto di Taranto, Carlo Giardino, e il commercialista Vittorio Calabrese, 62 anni, anche lui di Taranto. Ci sono anche imprenditori-vittime inglobati nel sistema con una subdola triangolazione degli assegni che passavano da usurato a usurato: la vittima chiedeva una somma che il cravattaro copriva con gli assegni di altre vittime. Le ordinanze firmate dal gip Giuseppe Disabato su richiesta del procuratore aggiunto, Pietro Argentino, contengono i nomi di cinque usurati che devono rispondere di favoreggiamento. Gli agenti della Mobile, guidati dal dirigente Fabio Abis, hanno inoltre dato seguito al sequestro preventivo di ingenti beni di proprietà degli indagati: dodici appartamenti, nove autovetture, due motocicli, quattro esercizi commerciali, tre rami d’azienda e sei blocchi di quote nominali di società appartenenti ai componenti della presunta organizzazione criminale, per un valore complessivo di circa sei milioni di euro. Nell’operazione di polizia sono state effettuare inoltre circa quaranta perquisizioni tra Taranto e provincia, nove delle quali nelle province di Milano, Brescia e Pavia. La struttura organizzativa messa in piedi dall’ex poliziotto, già delineata nel corso della precedente indagine, sarebbe finalizzata alla commissione di più delitti come l’usura aggravata, l’estorsione aggravata, il riciclaggio e reimpiego di denaro e titoli di credito di provenienza illecita. Gli investigatori avrebbero appurato anche la suddivisione dei compiti tra chi provvedeva a individuare imprenditori in stato di bisogno economico e finanziario da presentare agli usurai veri e propri; chi negoziava attraverso le banche i titoli dell'attività usuraia o si faceva intestare quote di società; infine chi, anche con le minacce, provvedeva a recuperare i crediti maturati e versati in ritardo. Ecco i nomi di tutte le persone che sono state raggiunte da ordinanza di custodia cautelare: Luciano Donati, Vittorio Calabrese, Carlo Giardino, Ciro Calabrese Chimenti, Angelo Campanella, Francesco Durelli, Gaetano Diodato, Gianfranco Valentini, Michelangelo Palmisano, Donato Fragnelli, Marco Colasante, Alfredo Pizzolla, Nicola Cippone, Simona Latte, Antonio Calabrese, Maria Donati e Nicola Palagiano.
Nazareno Dinoi sul Corriere del Mezzogiorno Aggiornamento: Nel corso dell'operazione la polizia ha perquisito anche l'abitazione e lo studio di un piccolo imprenditore manduriano che opera nel campo dell'abbigliamento e di un impiegato statale. Entrambi, di cui non si conoscono i nomi, risultano indagati a piede libero per essere stati coinvolti nella rete degli usurai.
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3 commenti
arcangelo
gio 5 gennaio 2012 10:12 rispondi a arcangeloqualche anno fa mi sono trovato in seria difficolt con una stupida carta di credito dell'unicredit. ogni mese mi venivano scalate 100 dal conto e le spese fra interessi e altro assorbivano il 40% della rata mensile vedendomi scalati solo circa 60 euro dal debito contratto.
vercingetorige
lun 4 ottobre 2010 10:36 rispondi a vercingetorigeAdoro le contraddizioni abominevoli del nostro Paese, ormai irrecuperabili. Il crimine organizzato viene giustamente perseguito e, talvolta, smascherato e condannato. Quando il crimine invece "sistemico", ossia ben radicato nelle strutture giuridiche e sociali, viene solo denunciato senza poi dar seguito ad alcuna iniziativa concreta per stroncarlo! Il caso dell'usura evidente: reato deprecabile, perverso, destabilizzante dei rapporti economici delle micro collettivit. Ma l'usura praticata dalle BANCHE negli anni passati? I cosiddetti interessi anatocistici, ossia gli interessi su interessi? Solo chi ha denaro, pazienza e determinazione riesce a vedersi un minimo risarcimento "civilistico" dopo anni di lotta giudiziaria. La stragrande maggioranza delle vittime non riesce a tutelarsi perch sola! Per non parlare dei surrogati dell'usura sistemica, ossia i recenti derivati, piani di investimento a fronte di indebitamento ecc. ecc. Truffe
vercingetorige
lun 4 ottobre 2010 10:36 rispondi a vercingetorigelegalizzate e coperte dal sistema in maniera scientifica! E oggi quelle stesse banche che hanno bistrattato la clientela dilapidando i risparmi di generazioni si son trasformate in aguzzini spietati nel recupero degli avidi profitti illegittimamente procuratisi!