Si potrebbe conoscere oggi la decisione del Tribunale del Riesame di Taranto che deve decidere se confermare o meno le misure detentive nei confronti dei sei minorenni manduriani arrestati lo scorso 26 giugno nell’inchiesta sulla morte del pensionato Antonio Cosimo Stano. Ieri gli avvocati che li difendono hanno chiesto al giudice Ciro Fiore la liberazione dei propri assistiti rivendicando l’assenza dei motivi di custodia cautelare richiesti dal pubblico ministero Pina Montanaro, capo della Procura dei minorenni e firmati dal gip Paola Morelli. Il collegio difensivo composto dagli avvocati Antonio Carbone, Franz Pesare, Armando Pasanisi, Cosimo Micera, Nicola Marseglia, Davide Parlatano, Lorenzo Bullo e Daniele Capogrosso, hanno inoltre chiesto la differenziazione delle decisioni sugli indagati tenendo conto delle differenti posizioni di ognuno. Alcuni minori infatti risponderebbero di fatti che possono essere ritenuti marginali rispetto ad altri coinvolti in maniera più diretta. In aula erano presenti solo quattro dei sei minori.La speranza dei difensori e naturalmente delle famiglie dei minori rinchiusi nel carcere minorile Fornelli di Bari, è che i giudici della revisione adottino lo stesso metro di valutazione dei loro colleghi che la settimana scorsa hanno scarcerato, passandolo ai domiciliari, il maggiorenne Vincenzo Mazza, anche lui arrestato il 26 giugno nell’ambito della stessa inchiesta e con i medesimi capi di imputazione.
Era andata invece male con la corte di Cassazione che il 10 luglio ha rigettato l’istanza dei difensori che chiedevano l’anamento della sentenza del Riesame che aveva confermato il carcere dei minori raggiunti dalla prima ondata di arresti.I reati di cui devono rispondere gli indagati, in concorso tar loro, sono quelli di tortura, lesioni, danneggiamento e violazione di domicilio. Alcuni di loro, già arrestati nella prima retata del 30 aprile orso, rispondono non solo delle violenze subite da Stano, anche di un altro disabile manduriano che durante una vile aggressione notturna ha perso tre denti. Questo è il secondo filone d’indagine, condotto dagli agenti del commissariato di polizia di Manduria e della questura di Taranto con il coordinamento delle due procure.
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