
In tempi non sospetti lo avevamo anticipato, non predetto. Perché noi non facciamo i veggenti ma i giornalisti. Oltre venti giorni fa La Voce aveva annunciato, sulla scorta di informazioni alla luce dei fatti rivelatesi fondate, l’avviatissima trattativa per la cessione del titolo dell’Asd Nuova Avetrana ad una cordata manduriana facente capo a Tommaso Greco, imprenditore messapico leader nazionale nel settore della logistica.
Un affare, lo ribadiamo con cognizione di causa a beneficio di chi ci invitava a "restare ancorati alla realtà", il cui input è partito da Palazzo di Città di Avetrana, circostanza comprovabile e nota a più d’uno. La trattativa per il trasferimento del titolo di Prima Categoria, registrato in FIGC col numero di matricola 962.180, poi, si è concretizzata nelle ultime ore.
Un chiaro indizio che certifica quanto ben vista sia questa nuova realtà da parte della giunta in carica qui a Manduria, è l’annunciata conferenza stampa, prevista per i prossimi giorni nella nuova sede comunale alla presenza del primo cittadino e delle istituzioni, per ufficializzare l’avvento della nuova società nel panorama calcistico cittadino.
Parallelamente si registrava un confronto serrato fra i dirigenti della "Nuova Avetrana" e della "Città di Avetrana" per addivenire ad un accordo finalizzato all’unione delle forze in campo e alla creazione di un unico, e più competitivo, sodalizio. Ma questa negoziazione è, definitivamente, naufragata. La motivazione sarebbe proprio la contrattazione per la cessione a titolo oneroso, dei diritti per la partecipazione al prossimo campionato di Prima Categoria fra la Nuova Avetrana ed il gruppo dirigenziale manduriano. A renderlo noto, in un comunicato, è proprio il direttivo del Città di Avetrana.
“Sin da subito – si legge nella nota ufficiale - i soci della Nuova Avetrana hanno parlato di fusione fra i due sodalizi, sottacendo la già avviata trattativa per la vendita dei diritti al pool manduriano. Una chiara mancanza di trasparenza, e di correttezza. Con la cessione del titolo di loro proprietà, difatti, sarebbe venuto meno uno degli elementi essenziali per procedere alla fusione, il cui istituto prevede la sussistenza di, almeno, due entità giuridiche. Venendo meno la fiducia - conclude la nota -, si rendeva impossibile ogni forma di collaborazione”.
Questi i fatti da noi puntualmente, e rigorosamente, raccontati.
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