Venerdì, 11 Luglio 2025

Cronaca

L'agenzia per l'Ambiente ha analizzato punto per punto il progetto Aqp invitando i progettisti a rivedere il lavoro in almeno cinque aspetti tutt’altro che marginali.

Arpa, cinque motivi per bocciare i piani del depuratore

Depuratore Depuratore | © Foto di Giovanni Loppo

Il progetto dell’Acquedotto pugliese sugli scarichi complementari del nuovo depuratore di Manduria (nel mare di Colimena e al suolo in contrada Marina a San Pietro in Bevagna), non è passato soprattutto per il parere negativo dell’Arpa Puglia che ha individuato cinque punti critici nei piani dell’opera.
Una dettagliatissima relazione firmata dal direttore del Dipartimento provinciale di Taranto dell’agenzia per l’ambiente, Vittorio Esposito, che inciderà pesantemente sulla fattibilità dell’opera idraulica sia dal punto di vista biologico che chimico e ambientale in genere. In nove pagine ricche di riferimenti di legge e puntigliose ricerche, l’Arpa ha analizzato punto per punto il progetto Aqp invitando i progettisti a rivedere il lavoro in almeno cinque aspetti tutt’altro che marginali.

Il parere degli esperti (il gruppo diretto da Esposito era composto dall’ingegnere Maria Cristina De Mattia, dal geologo Raffaele Lopez, dal chimico Adele Dell’Erba e dagli specialisti in materia ambientale, Patrizia Lavarra e Flavio Pompigna), ha messo in dubbio l’asserita non pericolosità dello scarico emergenziale nel bacino di Torre Colimena direttamente collegato con il mare ma anche il sistema di scarico al suolo delle trincee drenanti di San Pietro in Bevagna, in contrada Marina. Dubbi vengono poi sollevati sulla correttezza di alcuni calcoli tecnici mentre viene stigmatizzata la totale mancanza di parametri qualitativi dei reflui e delle acque marine. Clamorosa, poi, l’osservazione dei tecnici Arpa relativa alla dimenticanza dei progettisti del controllo sulle emissioni odorigene. «Non risulta dagli elaborati – si legge – un protocollo per il monitoraggio della qualità dell’aria e di eventuali molestie olfattive né nell’area prossima al depuratore, né in prossimità dei buffer ecologici (Parco dell’acqua vicino alla Masseria Marina, Ndr)». In particolare, fanno notare gli esperti dell’’Agenzia, «non è presente una valutazione dell’impatto odorigeno delle emissioni derivanti dal nuovo depuratore potenzialmente impattanti sulla zona Urmo Belsito rientrante nel comune di Avetrana».

Nell’osservazione relativa allo scarico emergenziale con sversamento indiretto nel mare di Colimena, i tecnici stigmatizzano la leggerezza con cui i progettisti hanno valutato gli effetti dei reflui sull’equilibrio marino. «Le indagini svolte – scrivono nel parere - non hanno tenuto conto della eventuale componente faunistica bentonica di fondo molle che potrebbe caratterizzare i sedimenti del fondale del bacino, né della presenza di eventuali specie ittiche che risalgono lungo il canale di collegamento con il mare; si ravvisa quindi la necessità approfondire le analisi sulla matrice biologica presente nel bacino, indagando lo stato di salute degli elementi di qualità biologica ivi presenti». Matita rossa anche sui parametri di controllo sulla composizione delle acque di scarico mancanti dei più pericolosi inquinanti come i metalli pesanti, i solventi e persino il parametro microbiologico della salmonella. Forti perplessità vengono poi espresse per quanto riguarda gli attraversamenti di scavi in zona boschiva e sottoposta a vincoli ambientali profondi sino a quasi cinque metri. Secondo l’Arpa, infine, il suolo sottostante il buffer della Masseria Marina, non sarebbe adatto allo scopo annunciato di correggere il processo di salificazione della falda. «Le opere previste nel progetto per la quota topografica su cui sono localizzate – osservano gli esperti dell’Arpa - non potranno intercettare le acque della falda carsica profonda.
Nazareno Dinoi

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9 commenti

  • Walter
    gio 19 agosto 2021 10:17 rispondi a Walter

    Oggi, ARPA,, ma ieri chi c'era IL MAGNA-MAGNA??????

  • Lorenzo
    mer 18 agosto 2021 06:10 rispondi a Lorenzo

    Certo che due Ecomostri a meno di 2 km di distanza sanno un pochino di ritorno sul luogo del delitto. Negli anni 80' dentro il fiume Chidro, l'arneo fece credere di portare acqua nei campi, in piena espansione di abusi edilizi. Peccato che l'acqua era ed è salmastra da sempre. Quindi carrozzone abbandonato. Oggi vorrebbero portare le fognature da Sava ( mai avuto fognature Sava dai tempi della Civiltà) ad Urmo, peccato che le condutture per arrivare ad Urmo sono tante e lunghe. Insomma tanto fumo negli occhi e appalti pagati. Aria fritta, ricotta. ?? Opinione

    • Gregorio
      gio 19 agosto 2021 10:08 rispondi a Gregorio

      Sig Lorenzo,,,,,,, C'è la gallina dalle uova D'ORO

  • ALFONSO
    mer 18 agosto 2021 12:56 rispondi a ALFONSO

    Ciò che non riesco a spiegarmi è: perchè l'ARPA che è un Ente istituzionale pubblico e non un agenzia di investigazioni privata non si è pronunciata prima che l'opera venisse iniziata e portata al termine? è mai possibile che lo faccia solo ora ? è mai possibile che ogni volta ci sia da fare un opera pubblica, sia strade, scuole e quant'altro in questo versante della Provincia , tutto si blocca? a me non torna più di qualche cosa.

  • Gregorio
    mer 18 agosto 2021 11:04 rispondi a Gregorio

    I veri esperti sono gli analfabeti (non sono corrotti) hanno giudizio in testa

  • Manduriano stanco
    mer 18 agosto 2021 10:17 rispondi a Manduriano stanco

    Ma l'ecomostro in prossimità del fiume Chidro , sbaglio ho è proprietà di AQP ? Abbandonato al suo destino da decenni e mai demolito e bonificato. Speriamo che quello nuovo ,negli anni nn diventi obsoleto e che nn faccia la stessa fine .

  • Antonio
    mer 18 agosto 2021 08:54 rispondi a Antonio

    Finalmente qualcuno va "li tuzza li musi" ad AQP! Anche se non è la "Prima volta"! O no?

  • Egidio Pertoso
    mer 18 agosto 2021 08:33 rispondi a Egidio Pertoso

    Ma con quale criterio, dico io, venne progettato un " depuratore" cosi' vicino alle marine? Ci sono nel territorio manduriano ettari di macchia mediterranea su cui sversare, derivandone beneficio, acque attentamente depurate. Rimboschendo di essenze autoctone ( lecci, mirti, corbezzoli, allori, olivastri, prugnoli, biancospini, ginestre, lentischi, peri e meli selvatici e tant' altro) si recupererebbe una parte del nostro habitat ormai perduto e dimenticato. Poi, se gli esperti nostri non sanno depurare i liquami ( ché li facciamo studiare i ragazzi spendendo non poco), s' invitino esperti d'altri paesi che in queste cose sono molto, ma molto, piu' in avanti anche a costo di far figure di m....; almeno salveremmo un po' d' ambiente che e' l' unico a nostra disposizione: Marte è lontano.

    • Antonio F
      mer 18 agosto 2021 11:43 rispondi a Antonio F

      Bravo Egidio, ben detto ! Condivido pienamente !!

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