E’ stata pubblicata, sul sito ufficiale della Provincia di Taranto, una "istanza per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale relativa ad un nuovo impianto di trattamento rifiuti plastici non pericolosi e produzione di energia. Il progetto, presentato dalla società Unità di Misura Srl, prevede lo smaltimento dei rifiuti per alimentare gli altiforni ex Ilva con centomila tonnellate/anno di plastica.
«I Verdi della Provincia di Taranto – si legge in una nota dell’organizzazione - si opporranno in tutte le sedi competenti per contrastare questa ulteriore minaccia ambientale, ecologica e sanitaria e ribadiscono, ancora una volta, che la prospettiva di tutela della salute dei cittadini e della tutela del territorio, lo sviluppo economico della Provincia di Taranto è solo possibile con la chiusura e riconversione delle industrie inquinanti».
Già ieri l’ambientalista tarantino Alessandro Marescotti, aveva parlato dei rischi legati a questo nuovo impianto. Di seguito un suo intervento in merito.
Il progetto è sul sito della Provincia di Taranto. Vorrebbero alimentare gli altoforni ILVA con centomila tonnellate/anno di plastica. E' una quantità di plastica enormemente superiore a quella prodotta dai tarantini (non produciamo mezza tonnellata di plastica all'anno). E soprattutto l'obiettivo del progetto contrasta con un altro obiettivo, che è quello di ridurre il più possibile l'uso della plastica. Quindi negli altoforni dell'ILVA arriverà la plastica di tutto il mondo trasformandoli in grandi inceneritori. Il porto di Taranto vedrà arrivare navi cariche di rifiuti di plastica. La plastica al posto del carbon coke, con una riduzione della produzione delle cokeria.C'è chi invita a fare muro esprimendo con decisione un parere contrario a questo progetto di trattamento dei rifiuti plastici alternativi al carbon coke.Ma immaginiamo per un attimo di lanciarci in questa lotta anti-plastica e di voler bloccare questo impianto. Dovremmo dimostrare che questo progetto produce più inquinamento del coke e della cokeria. Cosa molto difficile. Ma soprattutto una simile lotta ci porta a scegliere il coke al posto della plastica o la plastica al posto del coke. E' una cosa assurda e insensata. La nostra lotta è per la chiusura delle fonti inquinanti dell'ILVA, senza farci deviare su una iniziativa di retroguardia che ci distoglie dal nostro vero compito e che - anche se vinta - ci lascerebbe con il coke e la cokeria dell'ILVA.Capisco che la gente è arrabbiata e ha bisogno di avere una controparte da bersagliare. Ma stiamo attenti a scegliere l'obiettivo e la controparte.La nostra controparte è il ministro Patuanelli, non l'azienda che vuole bruciare la plastica negli altoforni: è Patuanelli che consente di tenere accesi gli altoforni. E' Patuanelli che tiene aperta l'ILVA benché Mittal voglia andare via. E' Patuanelli che deve esprimersi su questo uso duale futuro dell'ILVA che trasformerebbe gli impianti siderurgici in grandi smaltitori di plastica non riciclabile. La nostra controparte è Patuanelli e a lui chiediamo di fermare gli altoforni e con essi il progetto per bruciarci dentro la plastica.
Alessandro Marescotti
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
1 commento
Lorenzo
sab 8 agosto 2020 08:19 rispondi a LorenzoIl famoso barbatrucco. Un kg di rifiuto selezionato te lo trasformo in energia che a qualche credulone indico come pulita. Poi un kg di plastica bruciata uguale a 20 gr di ceneri e 980 gr di fumi. Tipo?? Diossine? Ma non è meglio riciclare e rifare bottiglie che produrre fumi? Ah vero i fumi poi si disperdono.