
Una relazione interrotta per volontà della donna che non viene tollerata dall’uomo il quale la perseguita sino a farle cambiare le abitudini di vita non risparmiandole momenti di paura. È il solito cliché che porta spesso alle tragedie. Per evitare questo la magistratura tarantina ha emesso nei confronti di un ventinovenne di Fragagnano con precedenti penali, una misura cautelare del divieto di avvicinamento all’ex fidanzata sua coetanea. Agli inizi di settembre scorso, la donna aveva presentato una querela ai carabinieri della stazione di Fragagnano denunciando vessazioni e insulti di ogni genere da parte di un uomo del posto con cui aveva avuto un rapporto che lei aveva deciso di interrompere ad agosto. Nella denuncia la ventinovenne aveva raccontato che da quel giorno il presunto stalker con cui lavorava nella stessa azienda agricola, l’avrebbe perseguitata e molestata costringendola, quando utilizzavano lo stesso mezzo di trasporto, a sedersi vicino a lui facendole dispetti di ogni tipo come tirarle i capelli.
Spesso - ha raccontato sempre la donna -, il suo collega la costringeva, strattonandola, a salire nella sua macchina con la quale si recavano a lavoro e che lei per evitare reazioni violenti dell’uomo lo assecondava. A questo si aggiungevano i pedinamenti sistematici e quotidiani, anche di sera, tanto da creare uno stato di ansia e timore nella presunta vittima costretta a farsi accompagnare dalle amiche o dai parenti. Episodi, questi, confermati ai carabinieri anche dalle amiche della donna che per recarsi alla fermata del pullman con cui si recava al lavoro, alle tre di notte, si faceva accompagnare dal padre. L’episodio più grave si sarebbe verificato la sera del 12 ottobre scorso. Quel giorno l’indagato avrebbe costretto la donna a salire in macchina per recuperare il telefono cellulare che le era stato sottratto e di averla bloccata ingranando la marcia per poi guidare senza meta per circa due ore mentre lei piangeva disperata implorandolo di portarla a casa. Cosa che fece intimandole di non denunciare l’accaduto. Dopo la presentazione della querela, inoltre, i carabinieri avevano fermato l’uomo che si aggirava intorno all’abitazione della sua vittima, il quale ammette di essere perdutamente innamorato di lei e che non sopportava di vederla in compagnia di altri uomini. Da qui la decisione del pubblico ministero che ha chiesto ed ottenuto dalla giudice delle indagini preliminari Vilma Gilli, la misura di divieto di avvicinamento per trecento metri dalla donna e dai luoghi da lei frequentati.
Nazareno Dinoi
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