
Si allunga ancora in Puglia la lista dei lutti dovuti alle complicanze dell'infezione da Covid. Ieri il bollettino epidemiologico regionale segnava 64 decessi avvenuti nella precedenti 24 ore in tutta la regione, quasi la metà dei quali, 25, nella provincia di Bari seguita da Lecce e Taranto rispettivamente con 15 e 13 casi. Dagli ultimi dati sulla mortalità in Italia aggiornati all'altro ieri e calcolati sul totale degli ultimi sette giorni, la Puglia conquista il podio con il secondo posto nazionale dopo Friuli Venezia Giulia e Valle D'Aosta prime ex aequo. Nelle sei province pugliesi, i decessi dovuti al virus sono stati 5,3 ogni 100mila abitanti. Sempre nella stessa classifica realizzata su dati dell'Istituto Superiore di Sanità, per trovare la prima regione del Mezzogiorno bisogna scendere all'undicesimo posto con la Campania che conta 3,6 decessi per centomila campani, un terzo in meno rispetto ai pugliesi.
Significativa l'incidenza della mortalità tra prima, seconda e terza ondata. Dall'ultimo calcolo di questa interessante frazione epidemiologica, elaborato dalla Sorveglianza Integrata Covid-19 coordinata sempre dall'Istituto Superiore di Sanità, emerge che nei periodi marzo-maggio 2020, giugno-settembre 2020 e ottobre 2020-marzo 2021, il numero dei decessi attribuiti alla Sars-Cov2 si è quadruplicato passando dall'1,5% del totale italiano della prima fase, al 5,9% della terza. A fare la differenza sono le due province di Taranto e Bari che dall'inizio di questa seconda fase pandemica sono responsabili delle classificazioni in rosso e arancio rinforzato assegnati alla regione. Taranto soprattutto, piaga del Grande Salento per numero di contagiati ed anche dei decessi doppi per numero rispetto alla più popolosa provincia di Lecce. Alla data del 2 aprile, la malattia virale ha strappato alla vita 402 residenti in provincia di Lecce, 807 quelli nel Tarantino.
Del totale di persone che non ce l'hanno fatta nell'area ionico-tarantina, quasi la metà erano residenti nella città capoluogo che di lutti ne ricorderà 338. Pesante anche il bilancio nei comuni più grandi della stessa provincia. Dopo Taranto viene Massafra con 55 decessi e a seguire Martina Franca con 47, Grottaglie 42, Castellaneta 32 e Manduria con 30. Quasi pulito l'elenco dei morti nel piccolo comune di Roccaforzata con solo due perdite, e Torricella che con i suoi tre morti per Covid riscatta il negativo primato di essere stato il comune pugliese ad ospitare il paziente numero uno della regione.
Vale per tutta la Puglia, invece, il sospetto che il numero conosciuto delle vittime dell'infezione da coronavirus, non sia quello reale e che sia sottostimato. Sfuggirebbero al controllo e quindi alla classificazione statistica i cosiddetti decessi domiciliari. Quelli di persone soprattutto anziane, affette da altre patologie non ospedalizzabili (speso terminali o tenuti in cure compassionevoli), la cui positività al virus non riconosciuta perché non testato, accorcia le aspettative di vita per cui si spengono nelle proprie abitazioni o nelle strutture private non accreditate con il sistema sanitario regionale. Le cause di morte nei certificati redatti dai medici curanti, in questi casi, vengono attribuite a alle patologie di base.
Nazareno Dinoi
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