«Lo scarico a Torre Colimena del nuovo depuratore Sava-Manduria è un errore tecnico, oltre che un clamoroso spreco di denaro; meglio tornare al vecchio progetto con la condotta sottomarina». Ad affermarlo, intervenendo sul nuovo fronte di protesta apertosi contro la soluzione progettuale di individuare Torre Colimena come recapito finale del nuovo depuratore di Sava-Manduria, è il presidente della commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati, del Pd, già assessore alle opere pubbliche nel governo Vendola.
Per Amati che è stato tra i più strenui difensori dell’opera nata nell’era vendoliana, «si sono persi sette anni lasciando quel territorio a galleggiare sui liquami destinati al mare senza trattamento, per escogitare una soluzione fatta di sovra costi e manipolando le parole, al punto che le trincee drenanti vengono chiamate ‘buffer ecologici’ e il recapito finale ‘scarico d’emergenza’ o troppo pieno». Richiamando l’attenzione sui costi oltre che sui danni ambientali che provocherebbe il progetto ipotizzato dai tecnici dell’Acquedotto pugliese, il consigliere regionale del Pd richiama «l’interesse della magistratura contabile» per il tortuoso e lungo «percorso di scavi e tubazioni per portare a un bacino artificiale con ben altra missione (Torre Colimena) le acque depurate, adducendo l’utilizzo in agricoltura, protezione civile e igiene nei comuni (pulizia strade), come se questi usi - e quindi la sempre auspicabile riduzione di apporti al mare - non si potessero raggiungere con tutte le altre soluzioni idrauliche contemplate dall’ordinamento e dalle regole delle costruzioni idrauliche».
Per Amati, l’intera opera serve solo ad «assecondare un punto politico, privo di fondamento tecnico e legislativo» quando «basterebbe tornare alla soluzione del 2012 proposta da me e approvata dalla giunta Vendola, che risulta ancora oggi la più congrua, quadrata e compatibile con l’ambiente, e che si presenta come l’unica autorizzata e dotata di tutti i pareri favorevoli». La soluzione Vendola, in effetti l’unica in possesso di tutte le autorizzazioni e valutazioni, prevede il recapito finale in mare ma attraverso una condotta sottomarina lunga tre chilometri che sverserebbe reflui depurati in tabella 4 (da progetto iniziale in tabella 2 (tal quale) con successivo impegno di maggiore affinamento e riuso agricolo).
Nazareno Dinoi
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2 commenti
Alessandro il grande
lun 15 luglio 2019 12:49 rispondi a Alessandro il grandeBisognava ricordare al signor amati che quando il progetto ha cominciato a prendere piede il suo governo compreso lui erano fai alla regione a governare e cosa hanno fatto niente..bè che se ne vada anche lui dove sono andati gli altri adesso tutti hanno da dire la loro quando il progetto andava avanti nessuno diceva niente..chissà perché è sempre colpa degli altri .
C.F.
dom 14 luglio 2019 06:45 rispondi a C.F.In tutto il mondo gli scarichi DEPURATI vengono smaltiti in mare, ad una distanza tra 500m ed 1 km. Uno scarico depurato è acqua sporca, non melmosa, perché la frazione solida in sospensione è stata già filtrata e rimane solo una certa carica batterica e di nitrati che per essere smaltita ho bisogno di osssigeno. Entro un certo raggio dallo scarico l'acqua torna quasi pulita. Avete presente le schiere di grattacieli a Miami (USA)? Pensate che gli scarichi facciano quel giro folle, che è stato proposto qui per dare visibilità e carriera politica a capi-popolo locali? E non dimentichiamo il rumoroso popolo di quelli che abusivamente deturparono le coste con le loro catapecchie che oggi, condonate con leggi criminali, ci fanno tanti soldini. E noi paghiamo!