Dopo la firma sul manifesto degli undici ex sindaci di Manduria che dissentono dal modo di agire dell’attuale amministrazione commissariale, l’ex primo cittadino manduriano, Gregorio Pecoraro, esce nuovamente allo scoperto per criticare la conduzione dei servizi ai cittadini. Con toni più pacati di quelli usati dall’ex consigliere Roberto Puglia e ancora prima da Cosimo Breccia, ma altrettanto indicativi di un malessere che serpeggia nel tessuto culturale e politico della città Messapica (per lo meno di quella parte più sana e libera da condizionamenti), Pecoraro va dritto al problema. E scrive ricordando i doveri di un buon amministratore. «Il Comune – scrive - ha il compito di dare maggiori e migliori servizi alla propria comunità per una crescita economica, culturale e sociale, ma a Manduria succede il contrario». L’allarme di Pecoraro è rivolto allo stato di abbandono in cui si trova il contenitore culturale più ricco e importante della città, la biblioteca comunale Marco Gatti. «Rischia di chiudere pur sapendo da tempo il prossimo pensionamento del personale». L’ex sindaco progressista noto per la sua pacatezza nei termini e nella moderazione nel linguaggio si chiede: «Ma la commissione straordinaria presente in Comune, ha preso coscienza?». Dandosi da solo la risposta: «A me non sembra».
L’intervento di Pecoraro s’inserisce in un dissenso generale che parte dal mondo culturale impegnato a difendere la storia Marco Gatti. Una battaglia democratica avviata da Archeoclub Manduria promotore di una raccolta di firme da trasmettere via email al suo [email protected], oppure telefonando al numero 3334047890, chiedendo di salvare il patrimonio culturale, storico e letterario della biblioteca.
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