Il temuto scarico a mare torna ad accendere il dibattito attorno al depuratore consortile Manduria Sava. Smentito più e più volte, un po’ dai politici del territorio, un po’ dai responsabili tecnici della Regione Puglia, lo «scarico a mare» questa volta appare su una nota ufficiale diffusa proprio dall’Ufficio stampa del Consiglio regionale della Puglia. La nota, che porta la data del 13 marzo, fa il resoconto dell’audizione in Commissione ambiente tenuta lo stesso giorno sul tema «depuratore». Annunciando la «notizia» venuta fuori dai quei lavori, vale a dire la data presunta in cui aprirà il cantiere (entro il 15 aprile), l’estensore del documento fa una sintesi delle audizioni e scrive: «Allo studio - stando a quanto riferito - c'è un progetto che, attraverso un sistema di trincee drenanti e di vasche di raccolta, produca uno scarico a mare per un massimo di dieci volte l’anno». A riportare tale «rivelazione», così come viene riportato nel comunicato stampa in questione, è la consigliera regionale di Forza Italia, Francesca Franzoso, promotrice di quella audizione, che cita come sua fonte l'autorevole capo del dipartimento Ambiente della Regione, Barbara Valenzano (che per ora non smentisce).
La temuta circostanza non passa inosservata al vicesindaco di Avetrana, Alessandro Scarciglia, tra i più strenui oppositori del progetto dell’Acquedotto e della Regione Puglia che prevede l’opera in zona mare (Specchiarica) a ridosso di una zona residenziale a ville, un albergo e tra due riserve naturali (fiume Chidro e salina dei Monaci). «Il nuovo progetto del depuratore – scrive Scarciglia - avrà ancora lo scarico a mare a dispetto dei tanti cittadini che richiedono che ciò non avvenga; lo dichiara la responsabile regionale del Dipartimento Ambiente, ingegnere Barbara Valenzano, al termine dall’audizione in Commissione Ambiente».
Il numero due della giunta di Avetrana, unico comune rimasto sulla breccia del «No al depuratore sulla costa» assieme a pochi ambientalisti e qualche politico, dà una spiegazione tecnica e normativa a quella «rivelazione» fatta in sede di audizione. «Il decreto legislativo 152/2006 – spiega - impone lo scarico emergenziale in mare se il depuratore non rispetta alcune distanze dalla costa e questo depuratore previsto non rispetta tali distanze, quindi lo scarico a mare è obbligatorio a meno che non si delocalizzi l’opera nell’entroterra». Rivolgendosi poi ai suoi colleghi politici che smentiscono paure, il vicesindaco avverte: «chi afferma il contrario sa di dire il falso, non a caso sono sempre i politici a dirlo e mai i tecnici perchè, questi ultimi, conoscono la materia e non direbbero mai una cosa simile».
Nazareno Dinoi
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