È durata un paio d’ore ieri la riunione dei sindaci del versante orientale della provincia ionica, autoconvocatisi per discutere e dire la propria sul futuro dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria. Dopo la totale riconversione a struttura Covid che ha sospeso tutti i reparti esistenti nel presidio della città Messapica e l’invito della Regione Puglia ad un graduale ritorno alla normalità, le autorità locali fanno sentire così la propria voce. Erano presenti i sindaci di Manduria (Gregorio Pecoraro), Maruggio (Alfredo Longo), Fragagnano (Giuseppe Fischetti), Lizzano (Antonietta D'Oria) e Torricella (Michele Schifone) comune dove si è tenuto l’incontro. Per la Regione Puglia c'era il presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale, Mauro Vizzino del gruppo dei Popolari, di Mesagne.
Facevano parte della delegazione manduriana, oltre al sindaco, il consigliere comunale di minoranza, Roberto Puglia e l’ex consigliere e medico, Leo Girardi.
La riunione è servita essenzialmente ad esprimere l’esigenza unanime di ridare al Giannuzzi quello che gli spetta e che in un certo senso era stato promesso all’indomani della riconversione Covid dei reparti esistenti vale a dire, la promozione in ospedale di primo livello. Il rappresentante regionale, nella sua qualità di presidente di Commissione sanità, ha invitato a non premere troppo sull’acceleratore e di adottare un atteggiamento più moderato che assicuri intanto il ritorno di quello che si aveva prima. Su questo punto Vizzino, parlando anche a nome del direttore del Dipartimento salute della Regione Puglia, Vito Montanaro e del manager della Asl di Taranto, Stefano Rossi, ha promesso che il Giannuzzi ritornerà ad avere i reparti e servizi soppressi a causa dell’epidemia. «Per nuove aperture conviene attendere», ha detto il mesagnese invitando ad avere fiducia e pazienza.
Un invito rivolto soprattutto al sindaco e agli amministratori manduriani protagonisti nell’autunno scorso, di una delibera di giunta e di Consiglio, inviata anche ai vertici regionali e della Asl ionica, in cui si rivendica una sorta di indennizzo per l’intero territorio di questo versante orientale per essere stato quello che ha pagato più di tutti la battaglia contro i coronavirus rinunciando, ormai da otto mesi, all’assistenza per le malattie non Covid. Sacrificio che ad altri ospedali è toccato solo in parte avendo permesso loro di mantenere i reparti delle specialità di base come medicina, chirurgia, cardiologia e ortopedia con annessi servizi ambulatoriali.
Di questo si parlerà nel corso della prossima riunione dei sindaci sulla sanità ionica fissata per il 31 maggio. In quella assemblea presieduta dal sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, presenti anche i dirigenti della Asl, i sindaci tenteranno ognuno di tirare la coperta dalla loro parte sapendo che non tutto si potrà avere. La linea regionale, tra l’altro, prevede comunque il mantenimento di un presidio dedicato alle patologie del coronavirus, magari non così esteso come lo è stato sinora, ma comunque in grado di garantire eventuali emergenze virali.
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1 commento
Gregorio
ven 28 maggio 2021 10:40 rispondi a GregorioIl Giannuzzi resterà di BASE, successivamente resterà di x ALTEZZA e infine PRODOTTO : 2 = conclusione ? Resteremo senza Ospedale? Signori politici DATEVI UNA MOSSA !! Non è possibile che per una semplice visita e/o controllo si deve percorrere chilometri (A CASA TI CRISTU) e per giunta perdita di tempo e denaro.