La statua di bronzo del monumento ai caduti dell’uomo che rappresenta la cultura e il sapere, nascosta da un lenzuolo bianco e legata da funi ancorate a grosse pietre; figure senza volto coperte nello stesso sudario bianco che tentano di liberarsi dalle corde fermate da macigni. Sono alcune figure spettrali che questa mattina hanno incuriosito i passanti e gli automobilisti che transitavano dalla villa Comunale e da Piazza Giovanni XXII a Manduria.
In attesa di svelare il tutto e vedere il videoclip completo (e scoprire l'uso che se ne vorrà fare), possiamo anticipare che si tratta del set cinematografico di un’opera che farà discutere. Anche di politica e di cultura che non c’è, appunto. Si tratta di alcune delle visionarie riprese in corso in una Manduria dove non succede mai niente per un nuovo videoclip prodotto dal compositore Ferdinando Arnò.
Un video che coinvolge le eccellenze manduriane: dalla crew, al rapper Mouri interprete e autore del brano “Che peccato” (prodotto da Arnò), al regista Mirko Dilorenzo, l’attrice Sandra Caraglia, il ballerino Paolo Soloperto e la casa di produzione “Cinemetic” di Gregorio Mariggiò. Special guest della canzone è Precious una star americana del rap, protagonista indiscussa della Queer ballroom scene di New York.
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3 commenti
MARILENA MOSSI
mer 19 agosto 2020 11:06 rispondi a MARILENA MOSSIHai perfettamente ragione!
Domenico
mar 18 agosto 2020 07:32 rispondi a DomenicoSe dovesse diventare uno spot elettorale per Gregorio Pecoraro sindaco, con le statue che si spogliano del lenzuolo bianco, mentre l'immagine del candidato si materializza in una apoteosi trionfalistica, non sarebbe originale (già sfruttato in USA e Sud Corea, se non erro). Oltretutto in una Manduria dove non succede mai niente una ricandidatura di Pecoraro sarebbe il "meno peggio", non una novità.
claudio delos reyes
mar 18 agosto 2020 02:12 rispondi a claudio delos reyesnon ho avuto il piacere di vedere il set durante le riprese, le ho viste impacchettate quando furono istallate molti anni or sono, sarebbe bello se a Manduria non cambiasse mai niente, pensate solo alle dune calpestate dagli abitanti dalle case "quasi tutte abusive e condonate" che attraversano i cordoni dunali distruggendoli, pensate ai turisti (milanesi o trapiantati) che passeggiano sui cordoni dunali, pensate alle discoteche in spiaggia, purtroppo cambiano molte cose e, quasi sempre, in peggio.