Venerdì, 11 Luglio 2025

Cronaca

Questa volta all'Istituto Don Bosco

Altro caso di maestre assenti nelle scuole di Manduria

Scuola dell Scuola dell'infanzia | © Google

Dopo il caso delle maestre assenti alla scuola dell’infanzia "Poverella", un’altra situazione analoga ci viene segnalata in un altro istituto scolastico manduriano.

«Questa mattina ho accompagnato mia figlia a scuola e tutte e tre le seconde classi dell'istituto comprensivo Don Bosco erano sprovviste di insegnanti perché tutte le docenti erano in malattia. Un enorme disagio sia per le famiglie che hanno optato per la didattica in presenza che per tutte le restanti famiglie che avevano scelto la didattica a distanza".

Inizia così la denuncia di una mamma di un’alunna della scuola primaria "Don Bosco", che ricalca esattamente quanto già denunciato ieri da altri genitori di bambini frequentanti la scuola dell’infanzia della scuola "Poverella": intere classi completamente rimaste scoperte a causa di assenze in blocco del personale docente, con conseguenze interruzione sia della didattica in presenza che di quella a distanza.

"Mi chiedo – denuncia coraggiosa la mamma - chi deve garantire il diritto allo studio dei nostri figli? Siamo stati additati come famiglie irresponsabili e poco coscienziose per aver scelto la didattica in presenza, ma noi abbiamo adottato questa scelta per dare maggiore serenità a mia figlia, per garantirle il diritto allo studio".

Un diritto allo studio che, evidentemente date le assenze di una gran parte del personale docente, non sembra essere garantito in piena efficienza in questi giorni in almeno due scuole manduriane.

"Voglio denunciare questa situazione perché lo studio è un diritto, non una scelta", conclude la mamma molto preoccupata ed irritata da una situazione che vede, come spesso accade, le parti sociali più fragili ed indifese essere sempre le più penalizzate e poco tutelate.

Abbiamo chiesto chiarimenti in merito ad esponenti dell’istituto interessato e restiamo in attesa di riscontro di cui daremo conto ai lettori.

Gabrio Distratis

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12 commenti

  • Docente per passione
    gio 12 novembre 2020 03:25 rispondi a Docente per passione

    Tra salute e istruzione in una società civile non dovrebbe esserci differenza: sono entrambe essenziali... Non può esserci salute senza istruzione. Il corto circuito in questione è stato innescato da una classe politica a cui fa comodo coltivare l'ignoranza perché altrimenti non avrebbe possibilità di esistere.

    • Mamma a tempo pieno
      ven 13 novembre 2020 08:57 rispondi a Mamma a tempo pieno

      Concordo a pieno con la docente quando sostiene che salute ed istruzione sono entrambe indispensabili e, aggiungo, che la scelta di fronte a cui le famiglie sono state poste, è stata a dir poco sofferta e combattuta! Ritengo, inoltre, che la didattica a distanza non può essere paragonata MAI e poi MAI alla didattica in presenza però penso che in questa situazione così delicata quanto preoccupante, sia l'unico strumento necessario ed inevitabile a mantenere vivo il rapporto con la scuola e garantire il diritto allo studio ai nostri figli. Certo è che in tutto ciò copre un ruolo fondamentale l'efficienza del corpo docenti; mio figlio è in terza media alla Marugj: i suoi professori, ai quali va il mio plauso, sin da marzo si sono distinti per tempestività e professionalità.

  • C.F.
    mer 11 novembre 2020 04:46 rispondi a C.F.

    Ma piantatela. Irresponsabili, certo, sottoscrivo l'aggettivo. Con una pandemia di dimensioni mondiali, con oltre il 90% di genitori che tengono i figli a casa, i restanti possono fare lo sforzo di fare altrettanto. La situazione è eccezionale e necessita di misure eccezionali. Tra queste la didattica a distanza, che va migliorata e perfezionata, certamente. Anzicché stare a lamentarsi e produrre malcontento e malfunzionamenti, certuni genitori possono segnalare cosa non va nella didattica a distanza, a partire dai collegamenti, per migliorarla costruttivamente. Invece mandano i figli a scuola (magari loro prendono pure parte alla movida) e costringono l'insegnante, che deve proteggere anche i suoi figli, ad assentarsi, facendo così mancare anche la didattica a distanza per gli altri.

  • giorgio sardelli
    mer 11 novembre 2020 01:57 rispondi a giorgio sardelli

    la denuncia scritta in oggetto ha molte verità a queste persone che si fanno chiamare docenti nel passato gli è stato concesso molto, tre mesi di ferie estive pagate ponte di natale pasqua carnevale e altro e malattia e infortuni perchè gli cade la penna sull'unghia del piede meno di venti ore lavorative settimanali tutto questo per uno stipendio superiore di un operaio della ex ILVA o un metalmeccanico che fa quaranta ore settimanali in mezzo alla polvere il freddo il sotto il sole per guadagnare meno di un docente che non garantisce il diritto allo studio di un fanciullo ma la colpa non è di loro la colpa è di chi gli amministra che sicuramente sono uguali o peggio COME DICE UN VECCHIO PROVERBIO : TI LA CAPU NFITESCI LU PESCI

  • Aurelio Dimitri
    mer 11 novembre 2020 01:48 rispondi a Aurelio Dimitri

    Tutto ha avuto inizio sull'applicazione WHATSAPP (una piaga per la scuola). Si son create due fazioni di genitori: chi a favore della didattica in presenza e chi per la DAD. Questi ultimi capeggiati dai rappresentanti di classe che convinti di avere la "coppola" e di poter comandare e dettare legge nel gruppo hanno in tutti i modi tentato di persuadere i genitori a lasciare i bimbi a casa. A dar manforte alla fazione "DAD" anche qualche docente che neanche troppo velatamente ha espresso un parere negativo nei confronti di chi non era favorevole alla Dad. Risultato: non potendo costringere tutti i genitori a tenersi i figli a casa hanno preferito ammutinare, disobbedire. Fortunatamente il fenomeno riguarda solo un piccolo manipolo di docenti già noto per l' assiduo attaccamento al lavoro.

  • Realtà
    mer 11 novembre 2020 01:28 rispondi a Realtà

    Alla Signora che si lamenta per il diritto allo studio chiederei come garantire il diritto alla salute degli insegnanti? Tra studiare e salute preferisco la seconda. Cara Signora faccia anche la mamma..........

    • Luigi Caforio
      mer 11 novembre 2020 07:33 rispondi a Luigi Caforio

      Cara Realtà.... Se lei avesse un posto di lavoro non pubblico....ma privato.....non avrebbe tanta arroganza nel rispondere.... Tutti quelli che non lavorano nel pubblico..... perché vanno a lavoro ogni giorno? ...crede che non abbiano paura? Ma non hanno alternative! .... Lei sa bene che in ogni caso comunque verrà pagata....gli altri non hanno alternativa.... Per cui si faccia un esame di coscienza....

      • Realtà
        gio 12 novembre 2020 04:23 rispondi a Realtà

        Esimio luigi caforiu il lavoro pubblico con 30 bambini tuutti in una stanzina diventa facilmente nu focolaiu.

        • Luigi Caforio
          ven 13 novembre 2020 09:49

          Cara Realtà....NON PUO' ESSERE VERO CHE HA 30 BAMBINI...IN UNA STANZINA....tutte le stanze sono state assegnate in funzione del numero dei bambini...garantendo il distanziamento necessario previsto dai protocolli anticovid nelle scuole....SE LA SCUOLA IN CUI INSEGNA NON SI E' ADEGUATA AI PROTOCOLLI......DEVE DENUNICIARE LA SCUOLA!!!!..Se insegna in una stanzina...i suoi bambini (anzi i loro genitori) hanno la sola colpa di aver scelto la scuola sbagliata!!!

    • Pierluigi andrea Prudenzano
      mer 11 novembre 2020 06:17 rispondi a Pierluigi andrea Prudenzano

      Cara signora anche dottori e infermieri saranno padri e madri.La signora ha sollevato un problema che accomuna molte scuole nonostante siano stati spesi tanti soldi pubblici per rendere le scuole sicure.

  • Marco
    mer 11 novembre 2020 10:29 rispondi a Marco

    Penso che insegnare sia una passione più c he uno stipendio statale con tanto di malattia e ferie retribuite 13' e altro ancora per appena 18h settimanali di lavoro... ????? Prima erano gli studenti a non voler andare a scuola ma ora mi sa che le cose son cambiate...

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