Uno chef pluripremiato con la passione per le armi fai-da-te e con il vizio di mettersi nei guai. Ha potuto lasciare il carcere ieri dopo sei mesi di reclusione il ristoratore manduriano, M.B. di 47 anni, arrestato perché nel corso di una perquisizione i carabinieri di Manduria avevano trovato in casa delle armi fai da te. Il suo difensore di fiducia, l’avvocato Cosimo Parco, dopo una dura lotta a suon di atti giuridici, perizie balistiche e investigazioni difensive, è riuscito ad aprirgli le porte del carcere ottenendo per il suo assistito gli arresti domiciliari.
Le porte del penitenziario di Taranto si erano aperte per lui sul finire del mese di marzo poiché trovato in possesso di un vero e proprio arsenale di armi e munizionamento (fucili ad aria compressa). Dopo il parere negativo del Tribunale del Riesame che si era opposto alla richiesta di revoca della misura detentiva, l’avvocato Parco si era rivolto alla suprema Corte di Cassazione Penale che aveva parzialmente accolto il ricorso anando l’ordinanza del Riesame che teneva ancora in carcere l’indagato. I giudici di Roma avevano infatti cassato tale sentenza sul punto della scelta della misura cautelare rinviando l’esame del caso ad altra sezione del Tribunale del Riesame di Taranto. I ritardi delle motivazioni della sentenza romana hanno spinto l’avvocato a ripresentare al gip una istanza di scarcerazione corredata da una interessante perizia balistica dalla quale è risultata la non offensività delle armi che il ristoratore aveva imprudentemente costruito in casa.
Oltre a questo, la difesa aveva presentato il quadro professionale e personale dell’indagato dal quale emergeva una figura dedita al lavoro, impegnato in diverse attività imprenditoriali e pluripremiato da vari enti per le sue qualità culinarie. Ma con la mania di fabbricarsi le armi. Questi elementi non sono stati sufficienti al gip per scarcerarlo così l’avvocato Parco ha nuovamente presentato istanza al tribunale di revisione che ha finalmente accolto la richiesta. Tornato a casa, l’inchiesta a suo carico prosegue per il reato di fabbricazione di armi clandestine.
Nazareno Dinoi
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