Giovedì, 25 Aprile 2024

Cronaca

La defunta, alla cui memoria ignobili personaggi non danno pace, è suocera di Mimmo Colluto, dipendente e rappresentante sindacale della Igeco, personaggio molto noto in città per le sue battaglie politiche e sindacali nella Cgil.

Tomba sfregiata, la rabbia dei parenti

La tomba profanata La tomba profanata | © La Voce di Manduria

Un’altra profanazione-sfregio di lapide al cimitero di Manduria sta provocando sdegno e rabbia nei parenti di una donna deceduta ad ottobre dello scorso anno. L’episodio, scoperto l’altro ieri, si era già ripetuto qualche mese fa, segno di un accanimento da parte di sconosciuti di cui i familiari non sanno darsi una spiegazione. La defunta, alla cui memoria ignobili personaggi non danno pace, è suocera di Mimmo Colluto, dipendente e rappresentante sindacale della Igeco, personaggio molto noto in città per le sue battaglie politiche e sindacali nella Cgil.

È lui che dopo l’iniziale silenzio imposto dagli altri familiari, ha deciso questa volta di denunciare pubblicamente quanto avvenuto. «Quando abbiamo scoperto l’ennesimo scempio io e mia moglie siamo rimasti di stucco e non volevamo credere ai nostri occhi». La lapida che dopo il primo atto vandalico era stata rifatta, era stata completamente distrutta e lasciata sul terreno. Anche la foto con l’immagine della defunta è stata oltraggiata, staccata dalla base dove era poggiata e rotto il vetro. «Un vero accanimento che non riusciamo a spiegarci», continua a dire Colluto che se la prende con chi dovrebbe vigilare all’interno del cimitero ed evidentemente non lo fa. «I nostri non sono i primi episodi che accadono in questo posto e sarebbe ora che le istituzioni provvedessero in qualche maniera, aumentando la presenza di personale e magari installando un sistema di videosorveglianza come più persone hanno già chiesto. Ma questa amministrazione straordinaria – aggiunge il sindacalista – ha già dato prova di non tenere molto alle esigenze della comunità».

In effetti i due episodi denunciati dalla famiglia Colluto si sommano ad altri di una lunga serie. L’ultimo di cui si è avuta notizia, un paio di mesi fa, il furto di un addobbo funerario dalla lapide di Antonio Ferrara, il giovane manduriano morto in un incidente stradale quando non aveva ancora 17 anni. Anche in quell’occasione gli autori del furto oltraggiarono l’immagine lasciando il nastro rosa che legava un palloncino posato dai genitori per il diciottesimo anno del giovane, annodato attorno al collo di una statua che lo raffigura. Oltre a questo, non si contano le denunce di furti di portafiori, piante, portaritratti e tutto ciò che è trasportabile dalle lapidi. Per non parlare della sporcizia e delle erbe infestanti che coprono le tombe dei campi a terra. «Di cosa ci meravigliamo, il nostro cimitero è abbandonato come lo è la nostra martoriata città», conclude Colluto.

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2 commenti

  • giorgio sardelli
    gio 12 settembre 2019 07:29 rispondi a giorgio sardelli

    Bravo leonardo, dobbiamo ringraziare chi ci ha messo e fatto arrivare in queste condizioni, I futuri politici di Manduria con tutta la buona volontà sperando che governino per il bene di manduria, ci impiegheranno molti anni per recuperare lo stato di arretratezza che si è creato a manduria

  • leonardo
    gio 12 settembre 2019 01:31 rispondi a leonardo

    ma i commissari che dovrebbero lavorare per le esigenze dei cittadini,meritano lo stipendio? sono anche ben pagati. ringraziamo chi ci ha messi in questa situazione,la faccenda si poteva gestire meglio.

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