
Ancora delusioni per i parenti di Anna Filomena Dinoi, la manduriana di 49 anni scomparsa misteriosamente nella notte tra il 10 e l’11 giugno del 2017. Dopo l’ultimo appello del fratello Pietro affidato lunedì scorso ai lettori de La Voce di Manduria e rivolto a chiunque avesse notizie della sorella, un cittadino di Foggia ha contattato la nostra redazione dicendo di aver visto nella sua città una donna che vive di espedienti molto simile alla foto di Anna Filomena pubblicata dal nostro giornale. Nella sua segnalazione sosteneva che anche la senzatetto che si fa chiamare Katiuscia soffriva di evidenti disturbi psichici e che aveva un accento marcatamente salentino.
Su nostro invito poi il foggiano ha fatto una foto alla misteriosa donna che ci ha inviato e che noi abbiamo fatto subito vedere ai parenti. Dopo un breve consulto con i due figli e la moglie, il fratello Pietro ha detto di non trattarsi di sua sorella. Un’altra profonda delusione come tutte quelle giunte sinora. «Non è possibile che una persona possa sparire così, aiutateci a ritrovarla», è il rinnovato appello del fratello che con la sua famiglia non si dà pace da quella notte tra il 10 e l’11 luglio del 20217 di sua sorella si è persa letteralmente traccia. «Se ha scelto di vivere altrove per noi va bene, purchè ce lo faccia sapere perchè l’aspettiamo sempre con ansia», ripete il fratello che con la famiglia e prima anche con l’aiuto della sorella Anna Filomena porta avanti una piccola azienda zootecnica nelle campagne manduriane.
La donna che non si era mai sposata e non aveva mai avuto rapporti sentimentali, non si era mai allontanata dalla masseria dei genitori dove occupava una piccola stanza nello stesso alloggio dove vive la famiglia del fratello. Era affetta da disturbi psichici e da una patologia che le rendeva difficoltoso il camminare. Proprio quest’ultimi particolari rendono più misteriosa la sua scomparsa.
Di lei nessuno sa più niente da quando, intorno alle 23, si ritirò nella sua stanzetta per andare a letto. La mattina dopo il fratello non la vide in cucina e, preoccupato, si affacciò nella stanza trovandola vuota con il letto che non era stato nemmeno disfatto e delle sue cose non mancava niente. Dopo aver guardato in tutti gli ambienti della masseria, il fratello Pietro notò che il cancello che dal grande ortale porta sul viale che conduce direttamente sulla provinciale per Lecce, era stato chiuso con la corda che usano come legaccio ma con il nodo rivolto all’esterno come se qualcuno fosse uscito avendo avuto cura di richiudere. Nessuno degli occupanti della casa quella notte, la moglie di Pietro con i due figli, ha detto di aver sentito rumori di auto. Silenzio anche dai cani di guardia quella notte, tre, tutti di grossa taglia e particolarmente attenti, dall’apparenza molto aggressivi.
Le indagini dei carabinieri della compagnia di Manduria continuano nella speranza di dare una spiegazione al misterioso caso.
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