
Camera mortuaria inadeguata ai tempi del coronavirus. Capace di ospitare solo due feretri e un numero esiguo di parenti, in commistione tra le diverse famiglie in lutto, costretti a dare l’ultimo saluto rinunciando all’intimità del delicato momento. Naturalmente le due postazioni sono sempre occupate dal doppio della capienza, a volte anche con sei bare in fila e i parenti fuori che entrano a turno. Una promiscuità non più tollerabile che contrasta, tra l’atro, con le norme anti contagio del distanziamento sociale.
Succede nel cimitero di Manduria dove ieri si è recato, per un sopralluogo, il personale del Servizio di igiene pubblica della Asl. L’esito, scontato, è stato l’unico possibile non potendo chiudere, come avrebbe meritato, quell’unico luogo di sosta delle salme progettato un secolo fa con i criteri demografici di allora. Il verbale redatto alla fine dell’ispezione è stato consegnato nelle mani del sindaco Gregorio Pecoraro che a sua volta lo ha girato al responsabile dell’area tecnica dell’ente con i necessari ordini di rimediare alle prescrizioni contenute. I sanitari nel loro resoconto hanno imposto il limite massimo di due feretri nella camera mortuaria permettendo eccezionalmente l’occupazione della vicina cappella con una terza cassa. Oltre ai problemi di spazio, i tecnici dell’ufficio igiene hanno notato l’assenza di cartellonistica che illustri le norme comportamentali anti pandemiche e soprattutto l’assenza di personale che rilevi la temperatura ai parenti che stazionano all’interno della camera ardente. Ma soprattutto i tecnici hanno riscontrato l’impossibilità di separare le salme dei defunti per cause Covid, da tutti gli altri.
Diventa urgentissimo per la pubblica amministrazione se vuole rispettare le prescrizioni imposte dall’autorità sanitaria, trovare una nuova sede per ospitare i feretri in attesa delle tumulazioni.
Si è quindi pensato di ripristinare la camera morgue realizzata circa venti anni fa nella parte nuova del camposanto, mai entrata in funzione e lasciata in totale abbandono. Quel fabbricato che sarà recuperato e messo a norma, diventerà ad uso esclusivo dei morti per cause contagiose e all’occorrenza per ospitare defunti per altre cause quando la vecchia camera mortuaria e la cappella che si trovano entrambe all’ingresso del cimitero monumentale saranno occupate.
La decisione di ripristinare i locali abbandonati della parte nuova del camposanto era stata già presa circa un mese fa quando, con l’aumento dei decessi a causa del virus, si era avuti sette funerali nella stessa giornata. In quell’occasione, in piena seconda ondata dell’infezione virale, c’erano state delle proteste da parte dei familiari dei defunti costretti a veri e propri assembramenti davanti all’ingresso della piccola sala e della cappella, entrambe occupate dalle bare.
In qualche stanza del municipio esiste un progetto per il potenziamento delle strutture funerarie con l’affidamento del cimitero ai privati. Presentato dalla società «Italiascavi ed ecologia» di Martina Franca e approvato dalla passata amministrazione straordinaria dell’ente, il piano di finanza pubblica del costo di circa 11 milioni di euro, prevede, tra l’altro, la realizzazione di un tempio per la cremazione.
Nazareno Dinoi
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2 commenti
Egidio Pertoso
gio 11 febbraio 2021 05:31 rispondi a Egidio PertosoIn tempo di lockdown si fa la fila dappertutto. In alcuni casi tocca persino prenotarsi. È normale che anche per andare nell'aldila' si seguano le stesse regole.
Monica Mastrovito
mer 10 febbraio 2021 08:32 rispondi a Monica MastrovitoQuesta è Manduria, aggiungiamo un'altra vergogna!!!