La discarica Manduriambiente non si accontenta di quello che può fare nei suoi impianti ed ha chiesto delle modifiche che per ora sono state stoppate dalla Provincia e dalla Regione Puglia. Con una istanza presentata una prima volta a novembre del 2019 (all’insaputa di tutti, forse anche dello stesso comune di Manduria che sull’argomento ha sempre dimostrato uno scarso interesse) la società Manduriambiente aveva chiesto alla Regione Puglia l’eliminazione della cosiddetta linea «Rd secco» (la parte secca del rifiuto solido urbano) e la possibilità di utilizzare l’area precedentemente destinata a tale linea, ad una nuova area di «deposito temporaneo del prodotto finale (frazione secca combustibile o sopravaglio biostabilizzato), in uscita dalla linea di biostabilizzazione, al fine di garantire uno stoccaggio "polmone" prima dell’invio all’impianto di conferimento finale».
Queste modifiche, spiega la società, «non produrranno alcun aumento degli impatti ambientali del sito in questione, ma favoriranno una migliore gestione complessiva delle attività impiantistiche migliorando le fasi gestionali e, di conseguenza, riducendo le possibili situazioni che favoriscono l’aumento degli impatti ambientali».
La Provincia di Taranto dopo una prima richiesta di chiarimenti poiché, «in riferimento agli aspetti correlati con la VIA, la documentazione non è dettagliata e non consente, quindi, di valutare compiutamente i potenziali effetti ambientali delle modifiche da apportare all’impianto già autorizzato», ha in seguito definitivamente respinto l’istanza ritenendo le modifiche sostanziali e pertanto dovranno passare nuovamente dalla Valutazione integrata ambientale». Oltre alla valutazione sulla modifica dei singoli impatti previsti nelle diverse matrici ambientali e la sostanzialità o meno degli stessi, per la Provincia è importante valutare anche la natura delle modifiche proposte in relazione all’impianto cosi come concepito negli atti programmatori e da cui è scaturito il giudizio favorevole di compatibilità ambientale. Risale al 15 luglio scorso, infine, la decisione finale del Settore ambiente della Provincia. «Dall’istruttoria effettuata sulla base della documentazione tecnica presentata, della lista di controllo per la valutazione preliminare e degli atti autorizzativi pregressi con particolare riferimento alla VIA provinciale rilasciato con Determinazione Dirigenziale n.60 del 11.06.2012, conclusasi lo scorso 15 luglio – si legge nell’atto - si propone al dirigente del Settore l’adozione del provvedimento finale con il quale considerare le modifiche progettate sostanziali ai fini VIA, e, pertanto, disponendo che la realizzazione delle modifiche proposte debbano essere sottoposte alla preliminare fase della Valutazione dell’Impatto Ambientale». Tutto, insomma, dovrà seguire ora l’iter procedurale classico (conferenza di servizi e così via) che Mandurambiente aveva cercato di bypassare.
Attualmente l’impianto nel suo complesso sorge su un’area di proprietà pubblica della superficie complessiva di ca. 270.000 mq, di cui 110.000 mq occupati dalla discarica e 9.500 mq da strutture coperte.
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7 commenti
Domenico
gio 6 agosto 2020 09:34 rispondi a DomenicoChe significa questa motivazione della Società: «non produrranno alcun aumento degli impatti ambientali del..., ma favoriranno una migliore gestione complessiva... di conseguenza, riducendo le possibili situazioni che favoriscono l’aumento degli impatti ambientali»? In "monnezzese" (perché non è italiano), siccome nulla è dato di sapere sulla gestione attuale, viene chiesto un nullaosta, per avere manolibera anche dal punto di vista legale. È vero, come dice Lorenzo, che il Comune non ha competenze (in generale?) idonee; ma ulteriori gravi omissioni possono compromettere definitivamente la situazione ambientale. Io, visti i risultati precedenti, coinvolgerei Regione e Ministero per una ispezione/indagin tecnica obiettiva (non di semplice controllo di documenti prodotti dai concessionari).
Lorenzo
gio 6 agosto 2020 01:29 rispondi a LorenzoServe che la nuova amministrazione, con un minimo di coscienza costituisca ad hoc una piccola commissione comunale dedita al controllo delle discariche dette 'esaurite', quelle in funzione ed i vari impianti di trattamento rifiuti. La piccola commissione ovviamente ha come componenti tre esperti: un avvocato specializzato nel settore convenzioni e royalty, un geologo e un tecnico ambientale. I tre, una volta al mese, sopralluoghi e verbali. Consegnati ad un assessore all'ambiente vero, con poteri veri che informano cittadini sindaco e consiglio comunale. Il tutto in copia conforme al comandante della polizia locale con obbligo di indagare e demandare alla procura eventuali reati e/o mancate esecuzioni di prescrizioni. Ma tutto deve essere convenzionato e garantito da vere fideiussioni.
Domenico
gio 6 agosto 2020 07:00 rispondi a Domenico...Seguito. Competenze idonee; ma ulteriori gravi omissioni possono compromettere definitivamente la situazione ambientale. Io, visti i risultati precedenti, coinvolgerei Regione e Ministero per una ispezione tecnica (non di semplice controllo di documenti prodotti dai concessionari).
Domenico
gio 6 agosto 2020 06:58 rispondi a DomenicoChe significa questa motivazione della Società: «non produrranno alcun aumento degli impatti ambientali del sito in questione, ma favoriranno una migliore gestione complessiva delle attività impiantistiche migliorando le fasi gestionali e, di conseguenza, riducendo le possibili situazioni che favoriscono l’aumento degli impatti ambientali»? In "monnezzese", siccome nulla è dato di sapere sulla gestione attuale, viene chiesto un nullaosta, per avere manolibera anche dal punto di vista legale. È vero, come dice Lorenzo, che il Comune non ha competenze (in generale)...segue
Realtà
gio 6 agosto 2020 01:08 rispondi a RealtàC e una coalizione che ha interesse., riflettete e immaginate quale può essere....più in la maggiori dettagli Attenzione a chi votate!!!!
Lorenzo
mer 5 agosto 2020 02:53 rispondi a LorenzoDiciamo che potrebbe essere un escamotage anche legale finalizzato ad essere autorizzati per stoccare codici rifiuti cer particolari che, potrebbero determinare un aumento esponenziale di fatturato. Il trucco c'è ma non si vede. Il problema? Tanti forse, ma uno certo: non vi è in Comune nessuno che ha le competenze per capire il mondo complesso delle discariche. Ma nemmeno un incaricato esterno che, con i soldi delle royalty dovrebbe vigilare. Ecco dove è mancata la politica. Ecco perché quando si vota, bisognerebbe chiedere il conto a chi ha governato in passato. Ambiente e salute pubblica erano, sono e saranno sempre a responsabilità del Primo Cittadino o di chi ne fa le veci. Lo dice la Costituzione Italiana e Manduria per ora è italiana.
leo
mer 5 agosto 2020 08:56 rispondi a leoPRATICAMENTE CHIEDONO MAGGIORE SPAZIO PERCHE ARRIVANO GIORNALMENTE MIGLIAIA DI TONNELLATE DI RIFIUTI DA MEZZA PUGLIA. PORTATE PORTATE PURE RIFIUTI INCONTROLLATI CHE MANDURIA ACCETTA TUTTO. PER I MANDURIANI RESTA LA MANCATA RACCOLTA PERCHE IL COLORE DEI SACCHI NON E CONFORME .