
È durata oltre un’ora, davanti alla commissione parlamentare antimafia, l’audizione del sindaco di Maruggio, Alfredo Longo, che ha riferito sull’attentato di cui è stato oggetto lo scorso 9 giungo: un chilo e mezzo di tritolo lasciato davanti alla casa paterna, completo di miccia e detonatore non fatto esplodere. Il suo è stato un racconto lucido e drammatico quando ha confidato per la prima volta di avere paura per quello che potrebbe accadere alla sua famiglia e di non sentirsi più al sicuro. Probabilmente utile anche alle indagini, quando il sindaco, rispondendo ad una domanda sulla possibile origine dell’inquietante avvertimento, ha fatto chiaro riferimento alla sua attività pubblica di amministratore. Ha cominciato così ad elencare gli appalti per gare pubbliche, quelle più grosse, facendo in tempo ad indicarne due prima di essere stoppato dal presidente della Commissione, Nicola Morra che gli ha «consigliato» di chiedere che si secretasse quella parte delicata durata più di mezzora a telecamere spente.
L’audizione che era stata richiesta dal senatore Alfredo Vitali, di Forza Italia, si è tenuta nell’aula delle udienze di Palazzo San Macuto a Roma alla presenza di pochi parlamentari oltre naturalmente allo stesso Vitali. Presentato dal pentastellato Morra, il sindaco di Maruggio ha raccontato quel 9 giugno quando una telefonata di sua madre lo ha raggiunto a Roma dove si trovava per impegni istituzionali che lo informava del ritrovamento dell’ordigno. Quella di Longo è stata la cronaca fedele dell’accaduto, niente che non si sia già letto. Sono state inedite, invece, alcune esternazioni che hanno scoperto il lato umano di padre, marito e figlio preoccupato di un rischio forse non calcolato. «Non vi nascondo che nei primi giorni da quell’episodio ho pensato di mollare e tuttora continuo a chiedermi se è giusto che la mia passione per la politica debba mettere a rischio le persone che più mi sono vicine». Abbandonando il ruolo di cronista, il sindaco Longo si è poi lasciato andare nei ricordi rispolverando la figura di suo padre, anche lui sindaco della cittadina con il porticciolo turistico sullo Jonio e come lui oggetto di un attentato simile, sempre con il tritolo. «Quindici anni fa – ha detto con inevitabile commozione –, la stessa cosa accadde a mio padre ma lui la bomba l’aveva già dentro, era un cancro che se lo portò via un anno dopo».
Di quell’oscuro attentato non si è mai saputa l’origine come sinora misteriosa è quella del 9 giugno sempre davanti alla stessa casa dei sindaci Longo. «Gli investigatori non mi dicono niente e li comprendo, ma so che stanno lavorando bene sin dal primo istante», ha detto il sindaco svelando una sua attività investigativa mai raccontata prima. «Con i miei vigili urbani abbiamo visionato tutte le riprese video delle telecamere pubbliche indentificando 140 macchine di provenienza extra comunale che quel giorno hanno transitato per le vie del paese e quelle targhe le abbiamo consegnate a chi sta investigando», ha rivelato Longo che non ha mancato di ringraziare l’Arma dei carabinieri per i continui servizi di controllo. «Passano davanti casa mia tre, quattro volte ogni notte e so che non mi perdono di vista, ma questo non serve a tranquillizzarmi», ha detto il sindaco spiegando le sue paure. «So di tanti politici a cui incendiano l’auto o vengono raggiunti da colpi di fucile alla porta di casa, io avrei preferito questo piuttosto che uno scherzo da un chilo e mezzo di tritolo sul cui significato credo non debba spiegare niente».
Infine, alla domanda sul possibile movente posta dalla deputata di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, il primo cittadino ha escluso la sua attività di medico ed anche quella interna all’apparato comunale, puntando dritto sugli appalti. Ne ha ricordati due prima che il presidente Morra lo bloccasse: «quello sui rifiuti che abbiamo prorogato di un anno perché non abbiamo fatto in tempo a fare una nuova gara e l’altro da 2,2 milioni di euro per interventi contro il rischio idrogeologico». (Di seguito il video dell'audizione)
Nazareno Dinoi
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1 commento
La Francy
gio 9 luglio 2020 09:37 rispondi a La FrancySeconda considerazione oggettiva sull affermazione : (Con i miei vigili urbani abbiamo visionato tutte le riprese video delle telecamere pubbliche indentificando 140 macchine di provenienza extra comunale che quel giorno hanno transitato per le vie del paese e quelle targhe le abbiamo consegnate a chi sta investigando). I carabinieri devono valutare autonomamente tutti i video della sorveglianza pubblica e certamente non possono investigare a comando solo sulle 140 auto indicate ma devono visionare integralmente tutti i video compreso quelli dei mesi precedenti ,e valutare tutto e tutti ! mai sentito una cosa delgenere , ce un giudice che ha autorizzato l amministrazione ad effettuare questo tipo di attività?????