Colpo di scena nel procedimento civile sulla incandidabilità dei politici che facevano parte dell’amministrazione comunale manduriana sciolta per infiltrazioni mafiose. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha cambiato le carte in corso d’opera modificando l’elenco degli impresentabili alle prossime consultazioni elettorali, aggiungendo ai dieci il nome di un altro eccellente: l’ex assessore Cosimo Lariccia. Secondo il ministro Salvini, dunque, i politici che non dovrebbero presentarsi alle prossime consultazioni elettorali, sarebbero l’ex sindaco Roberto Massafra, i due ex presidenti del Consiglio comunale, Nicola Dimonopoli e Vincenzo Andrisano, l’ex consigliere comunale Luigi Morgante e i due ex assessori, Massimiliano Rossano e il new entry, Cosimo Lariccia. Quest’ultimo non compariva nel precedente elenco confezionato dal Tribunale civile di Taranto, competente del procedimento, che mette nella lista degli indesiderati anche gli ex consiglieri comunali, Roberto Puglia, Leo Girardi, Vincenzo Pisconti, Maria Grazia Cascarano e Francesco Ferretti. La mossa di Salvini, comunicata all’avvocatura distrettuale dello Stato di Lecce con una nota trasmessa il 5 ottobre scorso, ha avuto per ora l’effetto di uno slittamento dell’udienza che dal 9 novembre è stata spostata al 28 novembre. Questo per permettere il contraddittorio al nuovo presunto impresentabile, Lariccia, a cui dovranno ora essere notificati tutti gli atti necessari alla sua difesa.
Cosa accadrà ora è un mistero. In teoria, i cinque «assolti» dal ministro dell’Interno non sono ancora tali per il Tribunale civile che potrebbe anche respingere il parere del vice primo ministro e portare alla sbarra i dieci iniziali con la facoltà o meno di inserire anche Lariccia così come consiglia il capo del Viminale.L’avvocatura dello Stato da parte sua, che nel procedimento rappresenta il Ministero e la Prefettura di Taranto, ha già depositato la memoria in cui si chiede di non ricandidare i sei politici proposti da Salvini, chiamando in causa gli altri cinque ma solo «ai fini di integrità di contraddittorio» per rispettare cioè quanto deciso dal collegio del Tribunale di Taranto.
Nazareno Dinoi
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