
È notizia abbastanza recente ma anche Manduria dovrebbe finalmente avere la sua rete WiFi pubblica. A comunicarlo è stata, a fine gennaio, l’assessora alle politiche Sociali Fabiana Rossetti. L’ultima settimana di Gennaio è stata infatti indispensabile per permettere l’installazione di diversi hotspot sparsi da Corso XX Settembre fino a Vittorio Emanuele II, passando anche per Piazza Garibaldi, andando a comporre quindi la grande rete wireless pubblica della città messapica.
Questa rete Wireless pubblica di Manduria, associata ad un grande progetto del ministero dello sviluppo economico, ha il semplice obiettivo di andare a ridurre per quanto possibile l’ombra del digital divide sulla nostra città e su centinaia di altri comuni dove pesante si sente lo spettro della scarsa digitalizzazione. Al giorno d’oggi, infatti, l’accesso alle tecnologie legate a informazione e comunicazione a tutti i livelli è di importanza totale, complice anche la difficile prova che è stata rappresentata dalla pandemia da Covid 19 che ha costretto molti al telelavoro e obbligato i più piccoli ad affrontare la didattica a distanza, conosciuta anche con il nome di DAD.
In tutto questo le reti WiFi pubbliche permettono di accedere in maniera libera e del tutto gratuita a delle infrastrutture gestite dallo stato che si preoccupano di offrire il miglior livello di connessione possibile ad una vasta gamma di persone. Il progetto Piazza WiFi Italia, promosso dal ministero dello sviluppo economico, ha già toccato migliaia di comuni nel tentativo di portare una rete tanto pubblica quanto diffusa, accessibile in maniera semplice attraverso un’apposita applicazione chiamata wifi.italia.it.
Scaricata l’applicazione diventa possibile creare un account (serve soltanto email, numero di telefono e password) e navigare liberamente. Quello che non in molti sanno è che le reti wireless pubbliche sono potenziali nascondigli per cybercriminali e insidie informatiche, per una pletora di motivazioni diverse. Vediamo di capirci qualcosa di più insieme.
Perché una rete wireless pubblica può essere potenzialmente pericolosa?
La natura libera della rete pubblica la rende possibile vittima di azioni sconsiderate da parte di malintenzionati, cybercriminali ed hacker. Basta infatti un notebook, programmi particolari e cattive intenzioni per trasformare una rete pubblica in uno strumento per la raccolta di informazioni riservate o sensibili, senza che l’altro utente si accorga dell’avvenuto misfatto.
Questa pratica è conosciuta anche con il nome di attacco man in the middle ed è strutturato nella seguente maniera: un hacker si frappone all’interno della comunicazione tra utente e servizio che eroga la rete wireless. Nel frapporsi (diventando appunto il man in the middle) egli aguzza occhi e orecchie catturando qualsiasi tipo di dato possibile, in maniera totalizzante.
Se l’utente, ad esempio, si connette ad un sito sprovvisto di protocolli di crittografia (come si può denotare dall’URL che inizia per HTTP invece di HTTPS) allora il malintenzionato non solo può ottenere fare una copia di tutto il traffico passante ma può anche leggerlo senza problemi.
E se durante la navigazione si è effettuato un acquisto online inserendo i propri dati di pagamento la situazione si fa ancora più grave perché questi dati potrebbero essere finiti direttamente in mano all’autore dell’attacco; la situazione, in sostanza, non è delle più gradevoli in queste situazioni ma non tutto è perduto. Esistono degli strumenti che possono fare al caso di chi naviga spesso utilizzando le reti pubbliche.
Una VPN per salvarli e con sicurezza navigarli
Esiste una tipologia di servizio chiamato VPN o Virtual Private Network (https://surfshark.com/it/ è uno dei nomi più famosi e affidabili del settore) le cui funzionalità possono fare davvero comodo a chi naviga spesso utilizzando reti wireless pubbliche.
La VPN infatti è uno strumento attraverso cui un utente può mascherare il suo IP con quello di un server VPN posizionato altrove nel mondo. Nel fare ciò il traffico che viene generato dall’utente con la navigazione viene indirizzato all’interno di un tunnel segreto che non è visibile ad occhi altrui.
In questo tunnel avviene la magia: attraverso degli algoritmi crittografici il contenuto del traffico viene reso illeggibile agli occhi e alle orecchie di chi è esterno alla VPN. In questo modo, anche un malintenzionato riuscisse ad intercettare il traffico, non sarebbe capace di leggerlo a causa dell’azione della crittografia.
Per questo motivo le VPN sono considerate lo strumento perfetto con il quale è possibile affrontare il problema della scarsa sicurezza delle reti pubbliche. Questi strumenti, inoltre, possono vantare anche un certo grado di versatilità e sono super apprezzati in numerosi altri contesti come il bypass dei blocchi geografici o il tracciamento pubblicitario.
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