
La piccola comunità di uggiano Montefusco e tante persone della vicina Sava, paese di origine di Guido Prudenzano, hanno preso parte ieri ai funerali dello sfortunato metalmeccanico di 53 anni vittima di un fatale incidente mortale avvenuto lo scorso 5 agosto. Dopo la camera ardente allestita nel cimitero di Manduria, ieri pomeriggio il feretro è stato portato a spalla dalla piazzetta principale della frazione manduriana sino alla chiesa Maria Santissima Assunta stracolma di persone e troppo piccola per contenere la folla rimasta fuori in attesa.
Tutti i suoi colleghi di lavoro si sono stretti attorno ai parenti distrutti dal dolore, la moglie con le due giovanissime figlie di 15 e 16 anni che per tutta la cerimonia funebre non hanno staccato gli occhi dal feretro. Con loro anche l’anziana madre e gli altri parenti più prossimi del defunto. Il rito funebre è stato celebrato da don Umberto Pezzarossa che ha parlato del sacrificio dell’uomo per il lavoro e la famiglia.
Toccanti, infine, le parole scritte sulla pagina social listata a lutto del Comitato cittadino di Uggiano Montefusco: «Troviamo molto difficile dire addio a qualcuno così vicino a noi e alla comunità perché ci rendiamo conto che abbiamo perso un buon amico, un buon padre, una persona umile e speciale».
L'altro ieri mattina il corpo del povero metalmeccanico è stato sottoposto ad esame autoptico eseguito dal medico legale Alberto Tortorella su richiesta della Procura della Repubblica di Taranto che ha aperto un fascicolo con cinque indagati i quali devono rispondere di omicidio colposo. Si tratta degli amministratori e responsabili della società di cui Prudenzano era dipendente e del medico del 118 che ha prestato le ultime cure alla vittima. Il pubblico ministero Mariano Buccoliero che ha affidato l’incarico dell’esame autoptico, ha chiesto al consulente di accertare la causa, la natura e i mezzi che hanno determinato il decesso del lavoratore.
Tra i quesiti posti al medico legale Tortorella, anche i tempi di sopravvivenza trascorsi tra il momento della ferita e la morte. All’esame era presenta anche il medico legale Marcello Chironi che curava gli interessi degli indagati. Dalla ricostruzione fatta dell’accaduto, a causare la profonda ferità alla coscia sinistra sarebbe stato il disco del flex che non si sa come ha urtato la parte interna della gamba penetrando in profondità tagliando muscoli e l’arteria femorale.
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