Venerdì, 3 Maggio 2024

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Ammonterebbe a circa due milioni e ottocentomila euro il danno causato dalla tromba d’aria che l’altro ieri sera, domenica 28 ottobre, intorno alle 20, si è abbattuta su

Tromba d'aria, una tempesta da 2,8 milioni di euro di danni

Distruzione Distruzione | © La Voce di Manduria

Ammonterebbe a circa due milioni e ottocentomila euro il danno causato dalla tromba d’aria che l’altro ieri sera, domenica 28 ottobre, intorno alle 20, si è abbattuta su alcuni quartieri di Manduria e nelle campagne circostanti distruggendo tutto ciò che le si parava davanti risparmiando solo le persone. E’ la prima stima fatta ieri dall'ingegnere comunale Emanuele Orlando nella relazione presentata al prefetto di Taranto, Donato Giovanni Cafagna in occasione della sua visita nella città Messapica. Il rappresentante di governo è arrivato in città nel pomeriggio prendendo visione delle ferite lasciate sul territorio dalla tempesta.

In un breve incontro che si è tenuto in municipio, il prefetto ha annunciato di essersi già messo in contatto con le autorità regionali al fine di organizzare un incontro a Manduria per definire eventuali interventi economici a favore delle categorie danneggiate. Altro fattore importante sottolineato dal prefetto, visto il ripetersi di eventi estremi, è quello di predisporre un piano di prevenzione che permetta di operare con la massima celerità a tutela della sicurezza dei cittadini.

Il boato e la distruzione

Un boato seguito dal rumore di un elicottero con il vento che spalancava le finestre rompendo vetri trascinando via tendaggi, sedie e arredi da giardino. Così descrivono i testimoni il passare della tromba d’aria. Decine, forse centinaia le abitazioni, locali commerciali e intere aree a coltura danneggiate. Quasi illese le persone se non per due automobilisti rimasti contusi, il primo per l’uscita fuori strada del furgone che guidava preso in pieno dal vortice e l’altro per la chiusura improvvisa dello sportello su una mano. E c’è chi grida al miracolo con le solite apparizioni mistiche di santi e papi che giurano di vedere sulle foto dei luoghi del disastro.

Le squadre dei soccorsi

Suggestione a parte, da domenica sera sino a tutto ieri numerose squadre dei soccorsi si danno il cambio per mettere in sicurezza le zone colpite. I vigili del fuoco del distaccamento di Manduria hanno lavorato praticamente di continuo aiutati dai colleghi delle postazioni di Grottaglie, Taranto e Brindisi. Mobilitati anche i vigili urbani e le squadre dei tecnici del comune oltre che i carabinieri e poliziotti di Manduria con il supporto dei gruppi volontari delle varie associazioni della Protezione civile.

I punti più colpiti sono stati Piazza Sant’Angelo dove la forza del vento ha fatto crollare il timpano della facciata anteriore dell’omonima chiesa sfondando la copertura di legno e lamiere che ricopriva la volta della navata; piazza Giovanni XXIII che ha perso più della metà degli enormi alberi di pino sradicati o spezzati alla base e via per Oria con danni maggiori ad una rivendita di auto, uno store di cinesi e un ristorante. La tempesta di vento ha poi lasciato la città Messapica dirigendosi verso il brindisino sprigionando ancora la sua terribile forza a Latiano dove è arrivata lasciando dietro di sé una scia di distruzione nei campi coltivati con alberi secolari d’ulivo spezzati e vigneti abbattuti. Per questo le associazioni di categoria hanno già chiesto alla Regione Puglia l’apertura di finestre di ristoro per le aziende colpite dalla calamità.

La politica e il governo

La stessa cosa ha fatto ieri il consigliere regionale manduriano, Luigi Morgante (Area popolare) che ha chiesto al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e al prefetto di Taranto, Donato Giovanni Cafagna, di sollecitare le istituzioni comunali manduriane per l’istituzione del Centro operativo comunale che si attiva nei casi di emergenza con la partecipazione delle varie forze presenti sul campo tra cui tecnici comunali, responsabili della Protezione civile e autorità militari del posto.

Man mano che passavano le ore ieri la macchina dei soccorsi si accorgeva della vastità delle zone colpite per cui si presume che la conta dei danni debba essere impegnativa e sicuramente non di breve durata.

Le emergenze

Tra le tante emergenze di cui si sono occupati ieri le forze in campo, quella che ha impegnato di più è stata la messa in sicurezza della chiesa che per delle lesioni interne alla volta si temeva non dovesse essere agibile. Ipotesi questa scongiurata dopo l’accurato sopralluogo dei funzionari dei vigili del fuoco intervenuti da Taranto. Altra fonte di preoccupazione è stata la fuoriuscita di liquami di fogna da un tombino situato sulla via vecchia per Avetrana nei pressi del depuratore dell’Acquedotto pugliese. L’intensa precipitazione piovosa di domenica ha fatto saltare la copertura in ghisa del tombino facendo esondare la melma inondando la zona di sgradevoli odori. Anche la scuola paritaria del plesso G.L.Marugj ha subito danni costringendo la preside, Maria Rita Pisarra a sospendere le lezioni per oggi e domani, mercoledì 31 ottobre in attesa che i tecnici dichiarino agibile alcuni ambienti dell’istituto tra cui la palestra, i corridoi e le pertinenze esterne all’edificio invasi da calcinacci e rami degli alberi di pino del cortile interno anche loro abbattuti dal vento.

Campomarino

La tromba d’aria non ha risparmiato neanche la costa. A Campomarino di Maruggio la tempesta ha letteralmente sollevato in aria diverse imbarcazioni attraccate al porticciolo affondandole o danneggiandole.

Nazareno Dinoi

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1 commento

  • Ketty Perrone
    mar 30 ottobre 2018 07:00 rispondi a Ketty Perrone

    La mia famiglia ha vissuto 23 anni nella stessa casa, dove ci sono i più bei ricordi della nostra vita, dove mia figli è cresciuta diventando una donna ed in un minuto di terrore il nostro nido è stato abbracciato e sepolto dalla pineta che lo circondava. 16 le ore necessarie affinchè 20 vigili del fuoco di Bari ed i mezzi di soccorso, giunti da ogni parte, mettessero in sicurezza l'immobile e ci consentissero di restare dentro. In quelle ore le ruspe schiacciavano i nostri ricordi e sembrava che niente potesse più essere come prima, ma smattima il sole è sorto come tutti gli altri giorni.

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