
Ha parlato rispondendo a tutte le domande della gip Fulvia Misserini giustificando il gesto come la reazione alle minacce di morte ricevute. È andata così ieri l’udienza di convalida dell’arresto del 40enne manduriano accusato di tentato omicidio per aver inferto, nella notte tra sabato e domenica scorsa, un fendente alla pancia dell’ex cognato del fratello al termine di una lite. Assistito dal suo avvocato di fiducia, Cosimo Micera, l’indagato ha poi spiegato l’origine dell’accesa discussione iniziata in un bar della piazza centrale della città messapica dove la vittima lo accusava di aver sostenuto in passato delle spese per colpa sua.
Usciti fuori dal locale, ha raccontato sempre il quarantenne, il suo interlocutore lo avrebbe minacciato di morte lui e la sua famiglia. A qual punto avrebbe preso il rasoio a serramanico che aveva nel borsello e con quello lo avrebbe colpito alla pancia. Un solo colpo senza la volontà di ucciderlo prima di allontanarsi, ha detto sempre il quarantenne alla gip che avrebbe contestato la sua versione. Risulterebbe agli atti, infatti, la testimonianza di un uomo il quale avrebbe riferito un secondo fendete andato a vuoto e la frase dell’aggressore, «ti ammazzo», rivolta alla vittima oramai sanguinante. Molto potranno dire, sul punto, le telecamere di sorveglianza di un’attività commerciale davanti alla quale è avvenuto il ferimento e del circuito pubblico che sorveglia l’intero perimetro della piazza e del bar dove si sono svolti i fatti. Al termine dell’interrogatorio la gip Misserini ha confermato l’arresto dell’indagato che resta in carcere.
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