
Con una sentenza depositata il 31 maggio 2025, il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, Sezione Prima di Lecce, ha accolto il ricorso presentato da Anna Morello contro il Comune di Manduria, annullando il provvedimento con cui le era stato vietato di installare un cancello e una ringhiera in Vico Stretto n. 8, accanto al suo fabbricato.
La vicenda prende le mosse da una SCIA edilizia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) presentata dalla ricorrente il 6 aprile 2024. L’intervento prevedeva l’installazione di un cancello e di una ringhiera a delimitazione di una porzione del vicoletto, che – secondo la ricostruzione della proprietaria – non costituirebbe area soggetta a pubblico transito.
Il Comune, con una nota del 24 giugno 2024 firmata dal responsabile dell’Ufficio Urbanistica, aveva intimato alla Morello di non procedere all’intervento, sostenendo che l’area fosse destinata a uso pubblico e che la proprietaria stesse tentando di appropriarsene per fini privati. A difendere la cittadina in giudizio è stata l’avvocata Alessandra Maria Cursi, mentre l’ente locale era rappresentato dall’avvocata Annalisa Di Giovanni.
Il TAR, con sentenza definitiva, ha giudicato illegittimo l’atto comunale, evidenziando numerose criticità. In primo luogo, i giudici amministrativi hanno sottolineato che il Comune non ha dimostrato in modo sufficientemente chiaro e documentato che l’area interessata fosse realmente soggetta a pubblico transito. Al contrario, la documentazione prodotta dalla ricorrente – comprese relazioni tecniche e visure catastali – indicava una diversa destinazione dell’area, che si estende oltre un arco murario e comprende una veranda privata. Una relazione redatta dallo stesso Ufficio tecnico comunale nel 2013 aveva già distinto tra la parte di Vico Stretto soggetta a uso pubblico e quella di pertinenza privata dell’immobile della signora Morello.
I giudici hanno anche osservato che il Comune ha fatto riferimento a precedenti ordinanze di demolizione risalenti agli anni ’90 e al 2014, riguardanti la presenza di cancelli abusivi. Tuttavia, secondo il TAR, quelle vicende si fondavano su presupposti diversi, sia per la natura degli interventi sia per la loro collocazione, e non possono giustificare il blocco dell’intervento attuale.
Particolarmente rilevante è stato poi il rilievo legato ai termini di legge: il provvedimento inibitorio del Comune è stato notificato oltre i 30 giorni previsti dalla normativa per contestare una SCIA, rendendolo giuridicamente inefficace. Anche i tentativi difensivi dell’Amministrazione di integrare successivamente la motivazione del provvedimento – sostenendo ad esempio la mancanza di titolo di proprietà o l’assenza di autorizzazione paesaggistica – sono stati giudicati inammissibili, poiché non contenuti nell’atto originario.
Alla luce di questi elementi, il TAR ha annullato il divieto imposto dal Comune, lasciando comunque aperta la possibilità per l’Amministrazione di riesaminare la questione, purché lo faccia nel rispetto delle regole procedurali e con una motivazione completa. Le spese del giudizio sono state compensate tra le parti.
La sentenza rappresenta un richiamo all’obbligo per le amministrazioni pubbliche di operare con trasparenza, rigore istruttorio e rispetto dei termini procedimentali. Per la signora Morello, si tratta di una vittoria che restituisce legittimità al suo progetto edilizio e chiarisce, almeno per ora, la natura dell’area in contestazione.
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5 commenti
jack
dom 1 giugno 14:55 rispondi a jackmenomale che siamo agli sgoccioli...
Antonio Ruggero
dom 1 giugno 12:15 rispondi a Antonio RuggeroChe cosa brutta l'incompetenza degli amministratori, che, ovviamente, si riversa sui cittadini utenti. No nni sta ddrizzunu una....Ma che cosa aspettate? Cospargetevi il capo di cenere, fate un.bagno di umiltà e liberatori della vostra presenza.....
Fernando Maria Maurizio Potenza
dom 1 giugno 11:13 rispondi a Fernando Maria Maurizio PotenzaRitengo che l'unico proprietario residente in quel vicolo abbia avuto tutte le sue ragioni per chiudere con un cancello, oltretutto stilisticamente consono con l'architettura del luogo, la sua proprietà. Ciò, oltretutto, non limita la visuale e la prospettiva dei visitatori che vogliono apprezzare la storicità dei luoghi, anzi, la tutela e la conserva. Anche perché, gran parte del centro storico di Manduria pullula di abitazioni inagibili, degradanti ed in stato di abbandono, oltre ad essere un pugno nell'occhio in un contesto storico di una città. Quindi, plaudo chi, a proprie spese, rende più bello e consono un luogo, specie se in contesto di immagine pubblica. Luoghi storici, spesso ignorati dalle Istruzioni o riparati senza un rispetto del luogo storico, vedesi il bitume catramato che ricopre o sostituito le bellissime chianche di alcuni vicoli del centro storico manduriano.
Pora a nui
dom 1 giugno 10:22 rispondi a Pora a nuiSempre ritardi e solo e solamente ritardi. Peccato che i ritardati sono loro, ma nn pagano di tasca loro purtroppo. Paga sempre e solamente l'intera comunità !!!
Gregorio
dom 1 giugno 09:33 rispondi a GregorioQuesta amministrazione ha fatto l’ennesimo FLOP. Non si è mai interessata fino in fondo alla questione. Si oppone: male e fuori tempo. ( stesso discorso per quanto riguarda le Turbine eoliche) Grazie Sindaco, grazie assessori di maggioranza, grazie di tutto. Il Vs. modo di lavorare mi ricorda la vecchia macchina di mio nonno, quando era ingolfata 🛻💨flop flop flop flop flop flop flop flop flop flop flop flop flop flop flop !!